Su Rosariu cantadu a Pettinengo, pregare in lingua materna

Chiesa di s. Grato e s. Eusebio di Gurgo

Lunedì 23 maggio, alle ore 20.00, a Pettinengo, nella chiesa intitolata a San Grato d’Aosta e Sant’Eusebio da Cagliari, i Sardi di Biella si uniranno agli abitanti di Canton Gurgo pregando in lingua materna. Anche quest’anno, i quotidiani appuntamenti serali del mese mariano, animati da un nutrito gruppo rionale, vedranno la presenza della comunità sarda in continuità di fede e cultura con l’antesignano Sant’Eusebio da Cagliari, patrono del Piemonte, introduttore del culto mariano nelle zone affidate alla sua guida da papa Giulio I, con l’istituzione a Vercelli (16 dicembre dell’anno 345), della prima diocesi di quello che diverrà l’attuale Piemonte.
Nella cultura sarda preghiera e poesia sono sempre cantate, a significare l’eccezionalità, l’uscire fuori dall’ordinario, altro dall’usuale. Un po’ come i toni cantillatori propri dei testi sacri, trasmigrati dal giudaismo nell’universo cristiano. “Idiota è colui che legge la Torah senza cantillare”, afferma un’antica sentenza ebraica.
In Su Rosariu cantadu dei Sardi, con semplici melodie, la parola si espande nel tempo e nello spazio architettonico, favorendo il rapporto col trascendente: forme di lirismo verbale che rendono speciale il parlare direttamente con Dio o mediato attraverso santi intercessori.

Simmaco Cabiddu

Nell’immagine: Chiesa di s. Grato e s. Eusebio di Gurgo, ingresso.

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