100 anni dalla Grande Guerra, la nascita della Brigata Sassari

Ingresso di una trincea

Su Calendariu 2016, inserito tra le iniziative accreditate quale progetto rientrante nel Programma ufficiale delle commemorazioni del Centenario della Prima Guerra mondiale a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Struttura di Missione per gli anniversari di interesse nazionale, è corredato da didascalie che offrono una lettura delle vicende italiane viste con occhio sardo. Ogni mese è illustrato da immagini inedite provenienti da Cagliari.

Mese di Settembre – All’alba della Grande Guerra esisteva già una Brigata “Cagliari”, Unità dell’Esercito Permanente reclutata su base nazionale. In omaggio alla seconda città della Sardegna, il 1° Marzo 1915 venne costituita la Brigata “Sassari”, composta da 6 mila uomini, articolata su due reggimenti di Milizia Mobile: il 151° a Sinnai (CA) – con Quadri tratti dal 46° Reggimento “Reggio”, di stanza a Cagliari – ed il 152° a Tempio Pausania (SS) – con Quadri tratti dal 45° Reggimento “Reggio”, di stanza a Sassari – ciascuno dei quali composto da 3 battaglioni, suddivisi, a loro volta in 4 compagnie da 250 uomini ed una sezione mitragliatrici. Erede delle tradizioni del Reggimento di Sardegna, a sua volta discendente del leggendario Terçio de Çerdeña di epoca spagnola, acquisì lo stemma dei 4 mori inquartati nei colori della croce di San Giorgio ed il reclutamento su base regionale.
I due reggimenti si imbarcarono fra il 13 ed il 21 maggio e mossero verso il fronte dell’Isonzo a partire dal 20 Giugno. La Brigata prese ivi parte alle battaglie di Bosco Cappuccio, di Bosco Lancia e di Bosco Triangolare e, nel novembre 1915, espugnò gli imprendibili trinceramenti delle Frasche e dei Razzi, meritando il titolo d’onore e la citazione, prima fra tutte le Unità dell’Esercito, sul Bollettino del Comando Supremo. Sorse, così, il mito dei “Rote Teufel” – i “Diavoli Rossi” – così chiamati dal nemico per il colore rosso delle mostrine e per l’irruenza nel combattimento corpo a corpo con il coltello “a serramanico” o la baionetta.

Gianni Cilloco

Nell’immagine: Ingresso di una trincea (Cagliari, archivio del Generale Don Giovanni Maria Garrucciu Melis)

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