Evento unico nel suo genere – Tutto libero e tutto gratuito tranne i pasti – tutto autofinanziato senza nessun contributo pubblico – il movimento linguistico punta sul digitale con l’aiuto del CNR – “Perché la Sardegna non sia una mera espressione geografica persa nel mare della globalizzazione”
La Festa de sa Limba Sarda Ufitziale, che si terrà il 24 e 25 settembre prossimi a Bonarcado, riunirà buona parte degli attivisti del bilinguismo provenienti dai quattro angoli dell’isola. Un’occasione non solo per approfondire le tematiche di questo settore culturale, ma anche per cronisti e politici curiosi per ascoltare, valutare, conoscere un mondo spesso giudicato attraverso pregiudizi e cliché, dato spesso per morto, ma che funziona come un fiume carsico: si inabissa per poi riemergere sempre ciclicamente.
Promuove la manifestazione il Coordinamentu pro su Sardu Ufitziale, organizzazione sostenitrice della modernizzazione del sardo e de sa Limba Sarda Comuna approvata da Renato Soru nel 2006, insieme a un folto gruppo di associazioni e con il sostegno logistico del comune di Bonarcado e dell’associazione polifonica Su Condaghe. L’occasione è data dalla Giornata Europea delle Lingue promossa per il 26 dall’Unione Europea.
L’obiettivo della “festa”, giunta alla terza edizione dopo due riuscitissime tappe a Sedilo (2014) e Oschiri (2015), è proprio quello di denunciare un certo disinteresse al tema da parte delle istituzioni regionali non attraverso sterili polemiche, ma presentando quanto di positivo gli attivisti, pur senza il sostegno politico della Regione, hanno fatto nell’ultimo anno per la lingua sarda. Per legge dovrebbe essere l’assessorato competente a promuovere questi incontri, ma non ci sono segnali positivi da tempo. L’azione dell’assessore Claudia Firino in questi ultimi due anni e mezzo è considerata insufficiente: una parte degli attivisti spera nel rimpasto, l’altra denuncia. C’è anche chi propone provocatoriamente di fondare un partito della lingua sarda e presentarsi alle elezioni.
Ma se la politica (e la classe dirigente nel suo complesso) snobba la lingua sarda, il movimento linguistico ribatte con la democrazia digitale dal basso e con una miriade di altre iniziative storiche, politiche, culturali, editoriali, musicali, artistiche. Il programma è ricchissimo, nutrito e di qualità. Si inizia alle ore 16 di sabato 24 nei locali del centro polivalente Su Lare, poco fuori il centro urbano di Bonarcado nei pressi della famosa chiesa di Nostra Sennora di Bonnacatu, con i saluti delle autorità comunali. Dopo i saluti istituzionali, a stretto giro iniziano gli interventi coordinati da alcuni esponenti del Coordinamentu, Gonario Carta, Paolo Mugoni, Nicola Merche.
L’idea di base non è quella della classica conferenza verticale nella quale pochi parlano e il pubblico ascolta passivo. Nelle intenzioni degli organizzatori, invece, una comunicazione orizzontale con numerosi, ma brevi interventi che ricostruiscano la ricchezza della proposta politico-culturale del movimento linguistico come tante tessere di un puzzle la cui dimensione e immagine sfugge agli esterni e alla pubblica opinione. E poi la Festa vera e propria ovvero un momento in cui gli attivisti di tutta l’isola si incontrano per condividere e crescere insieme.
Si inizia con la storia: Mario Antioco Sanna illustra la vicenda di Barisone di Arborea che a Bonarcado sognò una corona per la Sardegna, Federico Francioni analizza il rapporto tra gli intellettuali e la lingua sarda, mentre Isabella Tore il problema dell’insegnamento della storia sarda a scuola. Frantziscu Cheratzu e Riccardo Mura (edizioni Condaghes) e Maurizio Virdis (Università di Cagliari) presentano “Sintesa”, il primo sintetizzatore vocale del sardo. Gianfranco Fronteddu presenterà invece il primo traduttore automatico italiano-sardo standard. Claudia Soria, Consiglio Nazionale della Ricerche-Istituto di linguistica Computazionale “A. Zampolli” di Pisa, spiegherà il “Digital Language Diversity Progect”, programma europeo nel quale figura anche l’idioma isolano. Di Facebook in sardo e delle pagine nelle quali si insegna la scrittura ufficiale, si occuperà Martine Faedda (CSU).
Di seguito una qualificata pagina letteraria: Giovanni Piga presenta il suo romanzo “Sa vida cuada”, mentre Giagu Ledda, la sua traduzione del romanzo di Grazia Deledda “La madre”. Gianni Garbati (Circolo sardo di Madrid) e Pierpaolo Cicalò (Istituto Fernando Santi) la traduzione in sardo del Don Chisciotte di Cervantes. Di seguito Mauro Mura (Rivista Làcanas), Sandro Dessi col suo libro di fumetti in sardo “Caratzas” e Paolo Lubinu scrittore e regista che presenta “Jesu Cristu Etzu”. Chiudono il pomeriggio Giuseppe Delogu, Pierfranco Devias (Lìberu), Elvira Usai (Primo cittadino di San Giovanni Suergiu), Domitilla Mannu (Pro no ismentigare), Paola Coronas, Cristiano Sabino (FIU), Marieddu De Montis (Solu in sardu), Rosa Corongiu (Solu in sardu), Enrico Fodde (Assòtziu ArcheoBuddusò).
L’indomani mattina alle 9.00 si riprende con la guida di Gonario Carta, Roberto Carta e Giommaria Fadda, moderatori del CSU. Salvatore Serra, Giuseppe Corronca e Alessandro Dessi presentano la rivista digitale Limba Sarda 2.0. Si apre poi uno spazio dedicato al catalano con Joan Elies Adell Pittarch, Roberto Lai, Stefano Campus e Carla Valentino che parlano rispettivamente del processo indipendentista, della storia e della situazione di Alghero. Fabrizio Pedes mostrerà “Scratch”, programma di animazione per bambini con i comandi in sardo standard, mentre Francesco Casula spiegherà come si deve fare la didattica in Limba Sarda Comuna.
“S’architetura de Simon Mossa” è il tema di Andrea Faedda, mentre Frantziscu Sanna Carta parla di “Seo, unu progetu pro contare de sa Sardigna cun is datos abertos”. Si parla poi di turismo identitario con Marco Galleri e di comunicazione commerciale con Maria Vittoria Dettotto e Fulvio Micheli Seone.
La parte finale è dedicata a Carla Puligheddu (Assòtziu Fèminas sardista), Giuanna Dessì, Paola Coronas, Giovanna Casagrande, Lidia Fancello (Lab Gaddura), Pitzente Migaleddu, Bustianu Cumpostu (Sardigna Natzione), Bartolomeo Porcheddu (Sardigna Nostra) e Marco Murgia (Rossomori), Franciscu Sedda (Partidu de sos Sardos).
Si attendono anche altre adesioni politiche e culturali importanti.
Nelle due giornate sarà a disposizione una mostra del libro in sardo, una raccolta delle erbe locali col nome in sardo a cura della Biblioteca Comunale di Bonarcado e intrattenimenti per bambini. Possibilità anche di pernottare e mangiare a costi contenuti previa prenotazione che è caldamente raccomandata. In programma una serata musicale sabato all’anfiteatro (cori polifonici Su Condaghe e Donu Reale di Buddusò) e alcune performance artistiche nella mattinata di domenica a cura di Clara Farina (recital sui morti delle Fosse Ardeatine), performance del cantautore Andrea Andrillo, Arrogalla e Elio Turno Arthemalle con il “Don Chisciote de sa Màntzia” in sardo.
Tutto libero e tutto gratuito tranne i pasti e tutto autofinanziato senza nessun contributo pubblico. Si chiude domenica pomeriggio con una visita guidata in sardo alla chiesa di Nostra Sennora de Bonacatu, tempio che ospitò nel medioevo il sogno nazionalista del giudice Barisone di Arborea. Un messaggio chiaro a una classe dominante che insiste a sottovalutare un fermento culturale-linguistico nonostante sia una risorsa importante perché la Sardegna non sia una mera espressione geografica persa nel mare della globalizzazione.
Assemblea direttiva CSU: Roberto Carta, Gonario Carta, Giuseppe Corongiu, Giommaria Fadda, Martine Faedda, Gianni Garbati, Nicola Merche, Paolo Mugoni, Salvatore Serra, Pietro Solinas.
Casteddu, 18 cabudanni 2016