Nel continente europeo il risveglio stagionale della natura è caratterizzato da ritualità ereditate e trasferite nella c.d. cultura Giudaico-cristiana. Innestato nel Libro dei profeti, il Cristianesimo in primavera festeggia la Pasqua: passione, morte e resurrezione di Gesù Salvatore; per gli Ebrei, “passaggio” verso la Terra promessa. In questo periodo, nel cuore dell’Europa continentale permane l’uso di appendere uova colorate ai rami ancora spogli degli alberi. Nell’intimità domestica e nei pubblici viali, uova di colomba, gallina, oca e struzzo, indicano nei vivaci cromatismi il ritorno della natura nel suo perenne ciclo di morte e rinascita/resurrezione. Nella civiltà mediterranea, diretta erede della coltura/cultura orticola frumentaria proveniente dalla Mezzaluna fertile, assolvono questo compito semi di grano, orzo, ceci, lenticchie e lino.
In Sardegna, isole e penisola, sono ancora in uso “sos nenneres”, piatti di grano fatto germinare al buio da portare in chiesa il Giovedì Santo per decorare l’altare del Santissimo Sacramento. Gesti antichi di religiosità popolare molto diffusi dalla Persia, all’India e, fino a un recente passato, anche ai piedi delle Alpi; ancora presenti, senza interruzione di continuità, in alcune comunità ecclesiali piemontesi.
Sabato 11 marzo 2017, a Biella, alle ore 16.30, presso la chiesetta “Pio transito di San Giuseppe” di Riva, alla fine della Messa verranno benedetti e distribuiti sacchetti di frumento proveniente dalla Nurra di Alghero con allegate le istruzioni per preparare “sos nenneres”, preghiere, consigli e intenzioni in preparazione della Pasqua.
Fino a domenica 26 marzo, sacchetti di grano saranno disponibili anche presso la sede di Su Nuraghe in via Galileo Galilei, 11. a Biella.
Simmaco Cabiddu