Sabato 29 aprile, Pettinengo, via Fiume, 12 – presentazione delle collezioni e inaugurazione del Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli – rappresentanze in abiti tradizionali da Pestarena (Valle Anzasca), dalla Bürsch (Valle Cervo) e da Pettinengo – Banda Musicale di Pettinengo – Fucilieri di Su Nuraghe – pranzo sociale a Villa Piazzo (prenotazione 015 34638) – ingresso libero.
Sabato 29 aprile, la comunità dei Sardi di Biella celebra “Sa Die de Sa Sardigna” inaugurando il Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli ed esponendo in prima mondiale di “La madre dell’ucciso”, opera in marmo realizzata da Francesco Ciusa.
L’opera testimonia del rapporto di arte e cultura tra Isola e Continente. Nello specifico, il 2 aprile 1942, il conte Vittorio Buratti comprava “la statua ‘La Madre dell’ucciso’ del prof. Ciusa, con relativo scoglio di basamento” per arricchire la sua dimora sulla collina biellese.
Arrivava così nel Biellese una delle maggiori opere d’arte del Primo Novecento impreziosendo ulteriormente villa Malpenga, luogo di incontri dell’alta società, sede di decisioni non solo economiche.
Parallelamente, nei primi decenni del secolo, illustri personaggi si incontravano al “bar Mighela”, il “Bar dei Sardi”, inaugurato nel 1901, premiato alle Esposizioni internazionali a Milano (1906) e a Londra (1908).
Per molti anni fu il caffè più frequentato da un ambiente colto ed evoluto. Nelle sue sale maturarono molte decisioni in campo politico, sociale, culturale e sportivo. Dal 1938, anno che vede la presenza a Biella di un centinaio di “artisti patrioti”, il “Mighela” che serve uno dei primi caffè espresso d’Italia, era frequentato da Giuseppe Biasi, con il quale Francesco Ciusa intratteneva fin dalla loro permanenza in Sardegna, amichevoli rapporti di lavoro. Da quell’anno, dopo la prima esposizione all’ombra del Mucrone, il pittore sassarese, di casa con la Biella importante, incontrava anche i conterranei Giovanni Maria Foddanu, comandante delle carceri del Piazzo, il prof. Satta ed il dott. Cabras, rispettivamente primario e medico presso l’Ospedale cittadino. «Quante persone rispettabili – ricorda Giuseppe Mighela in un’intervista registrata nel 1992 – Erano gli anni della guerra e molti illustri personaggi affollavano le sale discutendo di politica. Tutti i grandi industriali della lana, i Coggiola ed Emanuele Sella con le sue idee antifasciste – afferma ancora Giuseppe – e poi Giuseppe Biasi, il pittore. Veniva sempre al caffè, era un brav’uomo, un grande e apprezzato artista».
In questo contesto culturale l’opera marmorea di Francesco Ciusa, apprezzata e accolta positivamente dalla critica, approda a Biella. Da sabato 29 aprile e tutte le domeniche di Maggio (ore 15-18, ingresso libero), potrà essere ammirata nelle sale del Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli.
Simmaco Cabiddu
Nell’immagine: Pettinengo, volontari impegnati nel trasferimento di La madre dell’ucciso nella nuova sede museale