Sardi ad Oropa per la Pasqua rosata, sa Pasca de flores

Mantenere e tramandare il profondo legame tra Sardegna e Piemonte, tra SantEusebio e il culto mariano

stendardo
Cagliari, Stendardo di N.S. di Oropa portato solennemente in processione durante la festa di Sant'Efisio, patrono della Sardegna.

Domenica 23 Maggio, alle ore 15.30, nella Basilica Antica di Oropa, verrà intonato Su Rosariu cantadu, ospiti del Rettore Don Michele Berchi. Alle ore 16.30, melodie in lingua sarda decoreranno la Santa Messa di Pentecoste, l’antica Pasqua rosata, sa Pasca de flores dei Sardi, testimoniata in originali liturgie a partire dai primi secoli del Cristianesimo.
Presso gli Ebrei, la festa di Pentecoste o delle “Settimane”, come detto nel Pentateuco1, aveva lo scopo di ringraziare Iddio della raccolta dei cerali. In origine, infatti, la festa di Pentecoste chiudeva il ciclo pasquale essendo celebrata, allora come oggi, sette precise settimane dopo Pasqua.
Secondo un caratteristico costume medievale del giorno di Pentecoste, attestato in molte chiese d’Italia e di Francia fino dal sec. XII – afferma Mons. Mario Righetti, Perito del Concilio Vaticano II – era quello di far piovere, durante il canto di Terza o della Sequenza alla Messa, rose, fiori e talora eziandio dei batuffoli di stoppa accesa ad imitazione delle lingue di fuoco scese sopra degli Apostoli. In alcune chiese della Liguria e dell’Emilia, nel giorno di Pentecoste venivano appese ad un albero, per il tempo dell’Ottava, le nebulae, cialde colorate da distribuire successivamente ai fedeli.
Una tradizione diffusa, presente ai piedi delle Alpi nella liturgia gallicana e conosciuta dai Sardi.

“Ci recheremo ad Oropa, ai piedi della Madonna Nera, seguendo le tracce del conterraneo Sant’Eusebio da Cagliari, Patrono del Piemonte, per mantenere e tramandare il profondo legame tra Sardegna e Piemonte, tra Sant’Eusebio e il culto mariano; tradizione che si rinnova periodicamente e che porta i Sardi di Biella a riunirsi nei luoghi eusebiani per intonare su Rosariu cantadu nelle antiche melodie della loro terra di origine”.

Per l’occasione, il cappellano di Su Nuraghe, don Ferdinando Gallu terrà la catechesi in “limba sarda”.

Battista Saiu

  1. Esodo, XXXIV, 22; Levitico, XXIII, 15 []

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