Per chi viene in visita a Biella, tappa d’obbligo è il santuario di Oropa. Meno scontati sono altri potenziali centri di interesse che il territorio è in grado di offrire a nuovi turisti. Negli ultimi giorni di luglio gli scout del gruppo “Guspini 1”, guidati da Enrico Angius e da don Daniele Porcu, viceparroco della parrocchia di San Nicolò di Guspini, sono partiti dall’aeroporto di Cagliari “Elmas” per raggiungere Bergamo “Orio al Serio”. Poi, in treno da Milano fino a Salussola – ultima tratta ferroviaria mai elettrificata come in Sardegna – con pernottamento sul sagrato della chiesa, accolti dal parroco don Ludovico Debernardi.
La mattina successiva, di buon ora, levate le tende, scout e loro guide si sono messi in “route” a piedi sul versante biellese della collina morenica della Serra, alla volta di Magnano, pellegrini del terzo millennio verso Bose, dove opera la Comunità di monaci e di monache appartenenti a chiese cristiane diverse.
Qui, issate di nuovo le tende per quattro giorni, i giovani sardi hanno dimorato presso l’area attrezzata messa a disposizione dal monastero partecipando all’esperienza di comunità, vivendo vita e ritmo dei monaci.
“Noi monaci – afferma Enzo Bianchi, padre fondatore di Bose – abbiamo nel sangue l’azione di accogliere i pellegrini, di dare ospitalità agli stranieri: è un’azione spontanea, una pulsione naturale che ci viene dalle viscere del nostro essere monaci. Per noi praticare l’ospitalità è un bisogno, anche perché impariamo dagli ospiti molte più cose di quante ne insegniamo loro“.
Poi, a gruppi di tre, i giovani scout sono stati invitati a fare esperienza di ricerca di ospitalità per una notte bussando alle porte di famiglie di Mongrando, Bornasco, Sala Biellese e in diverse frazioni.
Ultima notte di nuovo in tenda a Lessona, sulla collina orientale, ospiti dei Floris e dei Saba, isolani come loro.
Infine, tappa ad Oropa per la Messa nell’antico sacello eusebiano – originario centro della cristianizzazione operata nel IV secolo dal loro conterraneo Sant’Eusebio da Cagliari, primo vescovo e patrono del Piemonte. Prima di raggiungere Genova, immancabile il passaggio presso l’area monumentale di Nuraghe Chervu, giardino mediterraneo alle porte della città di Biella.
Simmaco Cabiddu
Nell’immagine: Nuraghe Chervu e Gruppo scout “Guspini Uno”