In troppi dimenticano: fino al 17 marzo 1861 tutta l’Italia era Sardegna

LocandinaMi piacerebbe vedere la reazione di Giorgio Napolitano se venisse a sapere che è stato il trentottesimo – Sergio Mattarella il trentanovesimo Capo dello Stato oggi chiamato Repubblica Italiana, ieri Regno d’Italia, avantieri Regno di Sardegna, nato a Cagliari-Bonaria il 19 giugno 1324 e pregnato per 537 anni dal sangue e dal sudore dei Sardi. Mi piacerebbe vedere la reazione di Umberto Bossi (oggi di Matteo Salvini), se venisse a sapere che il Po, “linfa vitale che percorre la Padania”, al tempo del Risorgimento era un fiume della Sardegna. Lo dicono i libri scolastici degli Stati preunitari. Mi piacerebbe vedere la reazione degli abitanti di Reggio Emilia se venissero a sapere che il loro Tricolore non è la bandiera italiana. La bandiera tricolore italiana è la seconda bandiera dello Stato sardo, dopo quella dei “Quattro Mori”, disegnata e realizzata dall’intendente Bigotti il pomeriggio del 26 marzo 1848 per ordine del Consiglio dei Ministri sardo. Il documento è agli atti del Ministero di Guerra e Marina dell’allora Regno di Sardegna. Mi piacerebbe vedere la reazione di Roberto Maroni e dell’attuale Minniti, Ministro dell’Interno, se venisse a sapere che i Prefetti, funzionari importantissimi dello Stato, non sono stati istituiti a Milano nel 1802, secondo le solenni celebrazioni del presunto bicentenario, ma a Cagliari il 4 maggio 1807. Abbiamo in Archivio l’editto di fondazione firmato nel Palazzo Regio di Castello dal re Vittorio Emanuele I di Sardegna. Mi piacerebbe vedere la reazione dei torinesi se venissero a sapere che la capitale dello Stato che ha condotto il Risorgimento italiano non era Torino ma Cagliari fino al 1861. Torino era la residenza preferita dai Savoia, e divenne capitale provvisoria dello Stato soltanto dal 1861 al 1865. Mi piacerebbe vedere la reazione di Roberto Benigni che al Festival di Sanremo non ci ha mai nominato se venisse a sapere che fino alla domenica mattina del 17 marzo 1861 tutta l’Italia era Sardegna e che tutti gli Italiani erano Sardi. Lo dicono i plebisciti di annessione al Regno sardo del Lombardo-Veneto, della Toscana, di Parma e Modena, delle Romagne e del Regno delle Due Sicilie. Mi piacerebbe vedere le reazione di tutti i risorgimentalisti, se venissero a sapere che Mazzini e Garibaldi erano sudditi sardi a tutti gli effetti, con passaporto sardo, ubbidienti o ribelli alle leggi sarde (Garibaldi fu perfino condannato a morte dal Regno sardo). Mi piacerebbe vedere la reazione di Giuliano Amato, ex presidente del Comitato per le celebrazioni del centocinquantenario dell’Unità d’Italia, che alla Sardegna non ha dato un Euro, se venisse a sapere che la sedicesima statua sul frontone dell’Altare della Patria a Roma rappresenta la Sardegna “… la quale – dice l’enciclopedia on line Wikipedia – porta lo scettro e una corona in mano per ricordare che le battaglie che portarono all’unità e alla indipendenza d’Italia partirono proprio dal Regno di Sardegna e che tanti Sardi, fin dall’inizio, combatterono durante il Risorgimento. La corona è generosamente tenuta in mano e non sulla testa per ricordare che dal Regno di Sardegna nacque il Regno d’Italia”.

Francesco Cesare Casula

Nell’immagine: Roma, Vittoriano, Statua che rappresenta la Sardegna con scettro e corona tenuta generosamente in mano (Fonte: wikipedia).

4 commenti

  1. Gentilissimo,
    concordo con la Sua osservazione: quando fui direttrice al Museo del Risorgimento, volli mettere nella prima sala una grande carta geografica antica rappresentante la Sardegna! Non ve ne era traccia ed era giusto non dimenticare una storia spesso dimenticata
    Molto cordialmente
    Cristina Vernizzi

  2. Caro Cesare,
    tornerei alle origini e mi farei annettere volentieri alla Sardegna, una settimana fa ero a Tortolì…
    A presto e grazie per le informazioni.

  3. La Sardegna è stata via via cancellata dai libri di storia. Permettetemi di consigliarvi un libro (se già non lo conoscete) in cui si spiega come sia potuto succedere: “La mano destra della storia” di Fiorenzo Caterini.

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