Sabato 11 novembre, nelle accoglienti sale del “Punto Cagliari”, si è svolto il secondo appuntamento mensile di Su Nuraghe Film, giunto alla XXII edizione. Sono stati presentate quattro delle otto opere finaliste selezionate all’interno del 23° Concorso nazionale per corto e mediometraggi di “Visioni italiane 2017”, IV edizione di “Visioni sarde”.
In apertura di serata, il saluto del presidente Battista Saiu ha illustrato il progetto sostenuto dall’Assessorato del Lavoro della Regione Autonoma della Sardegna, finalizzato alla diffusione del patrimonio culturale isolano attraverso il cinema d’avanguardia prodotto da giovani registi emergenti, attuato dal Circolo Culturale “Nuraghe” di Fiorano Modenese, aderente alla F.A.S.I. (Federazione Associazioni Sarde in Italia), responsabile, Mario Ledda.
In cattedra, Francesca Sechi, Sarda di seconda generazione, nata a Biella nel 1982 da Gianmario, di Aggius (Sassari) e da Carmen, di Iesolo (Venezia), che firma le schede delle opere a lei affidate, presentando quattro diverse realtà, quattro diverse storie, quattro artisti sardi capaci di raccontare attraverso immagini, silenzi, gesti, sentimenti e sensazioni (s.c.).
Prima opera: “Il bambino”, di Silvia Perra: primo premio nella 4 edizione del concorso “Visioni sarde”, all’interno di “Visioni italiane”, 23° Concorso nazionale per corto e medio metraggi.
Una realtà apparentemente distante dalla cultura occidentale, di cui la regista è capace narratrice, abile a raccontare con cosciente distacco tramite gesti, sguardi e ambientazioni i sentimenti dei protagonisti; realtà dove la consapevolezza di agire secondo le convenzioni della propria cultura e religione va ad intrecciarsi con le emozioni più profonde dell’animo umano. Figura chiave di questa opera è Omneya figlia della prima moglie di Hassan che con la sua schiettezza e vivacità, tipica dei bambini, porterà alla luce i delicati meccanismi che relazionano i personaggi.
Seconda opera: “Waiting For”, di Matteo Pianezzi (ha esplorato diversi aspetti dell’arte cinematografica è stato attore, sceneggiatore oltre che regista). Girato nei dintorni di Olbia, è il viaggio di tre donne in cui il presente, il passato e il futuro si raccontano in 15 minuti.
Pesanti silenzi che parlano più di mille parole, gesti che esprimono una complessa dinamica relazionale tra le tre protagoniste, le loro emozioni nascoste e il dolore che le unisce.
Il complicato rapporto tra una madre anziana e la figlia già adulta, in cui s’inserisce Sara, figura fondamentale capace di portare, con la sua “riservata” (delicata) presenza, ad un nuovo inizio.
Terza opera: “Noi siamo il male”, di Gianni Cesaraccio (laurea al dams, con una tesi su Takeshi Kitan, alle sue spalle già diverse prove dietro la macchina da presa spot, videoclip e format per la Tv). Presentato al “Riff” (festival del film indipendente di Roma), il silenzio della campagna sconfinata, l’isolamento di un giovane prete in cerca di risposte, costretto all’esilio nella chiesa abbandonata di Nostra Signora di Bonaria a Osilo.
Momenti in cui le certezze posso venire a mancare quando la “debolezza” dell’uomo prevale sulla ferma consapevolezza della fede.
Un viaggio ai confini dell’animo umano nelle sue sfumature più oscure.
Due uomini alla disperata ricerca di una risposta, uniti inconsapevolmente in un drammatico destino.
Quarta opera: “Nella mia città”, di Andrea Marras (autodidatta, la passione del padre per il cinema lo avvicina e lo spinge a cimentarsi con la macchina da presa). L’agrodolce tema dell’emigrazione, raccontato attraverso un sorriso, quel sorriso con cui si può e si “deve” affrontare la vita, proseguendo nel proprio cammino. Un biglietto di sola andata per inseguire i propri sogni.
Una città, Cagliari, vista con gli occhi di un bambino. Nella loro profondità si scorge il conflitto tra il sentimento che lega alla propria terra, il dolore dell’abbandono e la forza, il coraggio, che spingono nel realizzare i propri sogni. Tracciare il proprio cammino, anche a costo di dover salutare l’amata isola natia, che sarà comunque nel cuore e nella mente in ogni istante, con i sapori ed i profumi che ci si porta con sè, nel proprio viaggio.
Francesca Sechi
Allegato: partecipanti alla serata