I giorni a cavaliere tra la fine di aprile e il 1° maggio i pennoni dell’area monumentale “Nuraghe Chervu” si vestono del gran pavese con al centro il Tricolore italiano affiancato dalla bandiera sarda e da quella piemontese. Alle due estremità, il vessillo della Città di Biella e quello dell’Unione Europea.
25 aprile, 28 aprile, 1° maggio: la prima data segna la “Festa della liberazione” dall’invasione tedesca e dalla dittatura fascista; la terza, la “Festa dei lavoratori” originata dalle rivendicazioni operaie represse nel sangue nel 1886 che rivendicavano le “otto ore di lavoro, otto ore di riposo otto ore di svago”. Al centro delle due date, il 28 aprile, la “Festa nazionale sarda”, il “Giorno della Sardegna”, “Sa Die de sa Sardigna”, istituita con Legge Regionale il 14 settembre 1993, n. 44.
Già dal primo anno, questa data viene celebrata a Biella nel mese di giugno, differita di due mesi per le diverse condizioni climatiche, con invito ad esporre pubblicamente la bandiera dei Quattro Mori. Messaggio spontaneamente accolto ed esteso dai Sardi emigrati nei quattro anglo della terra. Non è raro scorgere l’antico stemma del Regno di Sardegna, adottato come insegna regionale, sulle targhe delle auto, in momenti di svago, in pubbliche manifestazioni sportive, musicali, politiche, testimoni vive del legame con terra di origine di quanti vivono di là dal mare; segno di un orgoglio mai sopito di un popolo che si sente privato della sua lingua e della sua antica storia. Solo da pochi anni i nuraghi, le oltre ottomila torri megalitiche sparse per l’intera Isola, trovano spazio in Italia nei libri di storia insegnata agli studenti. Di Grazia Deledda, l’unico premio Nobel italiano per la Letteratura finora conferito a una donna, si trova difficilmente traccia nelle antologie scolastiche. Curiosamente, anche nelle quotidiane previsioni meteorologiche in onda su tutte le reti, la Sardegna viene citata per ultima in sfregio all’ordine alfabetico, alla disposizione geografica, all’ordine orario col quale si danno le notizie.
Sa Die de sa Sardigna, viene celebrata con grande solennità dalle massime istituzioni regionali e, quest’anno, per la prima volta, verrà celebrata la Santa Messa in Limba, autorizzata dall’Arcivescovo di Cagliari, mons. Arrigo Miglio, officiata dal sostituto alla segreteria di stato vaticana, mons. Angelo Becciu. Segnali nuovi che fanno ben sperare. Buona Festa sarda!
Simmaco Cabiddu