Sulle note dell'”Innu de su patriotu sardu conta a sos feudatarios”, composto da Francesco Ignazio Mannu nel 1794, in Piemonte come in Sardegna è stata celebrata la “Festa del Popolo sardo”.
La comunità isolana, che a Biella fa capo al circolo culturale Su Nuraghe, si è ritrovata a Pettinengo, presso la chiesa dei Santi Grato d’Aosta ed Eusebio da Cagliari, a pochi passi dalla sede del Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli – bene extraterritoriale della Regione Autonoma della Sardegna, donato in usufrutto al Circolo Culturale Sardo di Biella da una famiglia biellese emigrata in Francia – per inaugurate i nuovi allestimenti e offrire nuove opportunità di visita all’interno della Rete Museale Biellese di cui il museo è parte.
La mattinata, presente il sindaco Ermanno Masserano in fascia tricolore, è stata interamente occupata dalle relazioni tenute dai componenti il Comitato scientifico – di cui è presidente il prof. Piercarlo Grimaldi – che hanno illustrato il lavoro da loro condotto nella scelta di oggetti e tematiche in mostra.
Il pubblico, composto da giovani e giovanissimi, ha seguito con attenzione tutti gli interventi. Applauditissima la presentazione dei primi risultati del progetto sulla valorizzazione dei Beni culturali immateriali, raccontati attraverso un breve filmato dell’antropologo visuale Luca Ghiardo, che dà conto dei primi risultati dell’attività didattica e di ricerca svolta dagli scolari della classe V Elementare “Aglietti” di Cossato e dagli studenti del Liceo Scientifico “Amedeo Avogadro” di Biella.
Infine, dopo un breve tratto in corteo con in testa la banda musicale di Pettinengo, le Donne del grano hanno sparso semi di frumento, mentre don Elviro Battuello da Sedini (Sassari), parroco di Vallanzengo, incardinato nella Diocesi di Biella, benediceva in limba sarda, aspergendo con l’acqua benedetta.
Contemporaneamente, nella cattedrale di Cagliari, monsignor Giovanni Angelo Becciu, Sostituto alla Segreteria di Stato vaticana, ha celebrato la messa in sardo, trasmessa in diretta su Rai3. In limba, canti, riti iniziali, letture, salmo, preghiere dei fedeli e le orazioni, il Santus, l’Agnus Dei e il Padre nostro, accompagnati anche dal suono delle launeddas.
“La trasmissione della fede, la preghiera e la liturgia possono trovare nuova linfa e vigore se espressi nella propria lingua madre – ha detto mons. Becciu – È un modo per dare voce alle richieste socio economiche della Sardegna intera che da anni aspettano risposte“. … “La nostra terra ne ha bisogno“, ha concluso l’alto prelato vaticano originario di Pattada (Sassari). La Santa Liturgia si è conclusa con il Deus ti salvet Maria, l’Ave Maria in lingua sarda, da sempre cantata anche durante le visite pastorali dei Pontefici in Sardegna.
Nuovo importante traguardo al quale anche i Sardi di Biella hanno contribuito.
Simmaco Cabiddu
Nell’immagine: piatti con semi frumento e petali di fiori per la tradizionale benedizione delle Donne del grano.