Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli, via Fiume, 12, Pettinengo – Apertura tutte le domeniche, dalle ore 14.30 alle ore 18.30 – Info e su prenotazione: Idillio, 3343452685 – Ingresso libero
Il Museo delle migrazioni, Cammini e Storie di Popoli di Pettinengo, con sede in via Fiume, 12, in collaborazione con la Rete Museale Biellese, è ufficialmente tornato per condividere con i visitatori le storie presenti tra le sue mura. Storie che raccontano di emozioni, sudori, discriminazioni, ma anche gioia e nostalgia.
Durante l’estate è possibile visitare i nuovi allestimenti che verranno illustrati da due nuovi operatori, Cristina Mondelli, dottoressa in scienze della mediazione linguistica e Claudio Ceretti, dottore in giurisprudenza.
L’operatrice svolgerà il suo incarico fino al 5 agosto e con lei potrete farvi accompagnare in questo viaggio immaginario grazie alla sua spontaneità. Fin da subito, Cristina si è sentita coinvolta essendo l’argomento molto affine al suo percorso di studi e alla sua scelta di proseguirlo in Spagna. Ma non solo. Le sue origini le forniscono conoscenze dirette sul flusso migratorio del ‘900, avendo il papà pugliese, emigrato con il nonno negli anni ’70 per lavorare in fabbrica a Biella, e la nonna materna, mantovana, emigrata con la famiglia a causa dell’improduttività dei campi.
In foto, l’oggetto simbolo del museo: la madre dell’ucciso, di Francesco Ciusa, artista nuorese che, con quest’opera, presentata nel 1907, riscosse un enorme successo alla biennale di Venezia. Ritratta nella posizione della veglia funebre, la donna da lui scolpita ci racconta il dolore che soggiogava un’intera isola, che aveva voglia di emergere e lasciare un segno nella cultura europea. L’invito è quello di andare di persona a godere della sua suggestione, emozione che vi porterete dentro per sempre.
Clara Partisano
Nell’immagine: Pettinengo, Cristina Mondelli e Claudio Ceretti al Museo delle Migrazioni con al centro la “Madre dell’ucciso” di Francesco Ciusa