Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli di Pettinengo – via Fiume, 12, visitabile tutte le domeniche, dalle ore 14:30, alle ore 18:30 – Info e su prenotazione: Idillio, 3343452685 – Ingresso libero.
Circa la metà dei Biellesi di oggi ha origini venete, dovute a più migrazioni verso il Piemonte per trovare rifugio e lavoro: dagli sfollati della Grande Guerra, agli evacuati dall’alluvione del Polesine. Per questo motivo, il Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli dedica alcuni allestimenti a questo fenomeno declinato al femminile. Alle donne venete è possibile far risalire anche quel processo di appaesamento che ha contribuito a creare quell’uniformità del linguaggio locale, influenzando molto la parlata con cui erano venute a contatto.
In foto, l’abbigliamento di una delle figure emblematiche di questo fenomeno migratorio: la mondariso.
Nella maggior parte dei casi, le mondine partivano sole insieme al loro baule (oggetto e immagini esposte al museo), che riempivano poi di riso al loro ritorno, ricevuto come compenso della loro prestazione lavorativa. I motivi che le spingevano ad allontanarsi dalla propria casa erano molteplici. Dalla necessità economica, unita spesso ad un desiderio di emancipazione, alla voglia di fuggire da tabù radicati nel paese di origine, come quello di una gravidanza fuori dal matrimonio. Questo le rendeva soggette a pregiudizi, non essendo controllate da una figura maschile.
Nel Museo di delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli di Pettinengo è possibile trovare testimonianze di lavoratrici (migranti) venete che, con molta fatica, hanno portato a significativi cambiamenti sociali, superando fragilità e insicurezze. Il Museo di Pettinengo rende omaggio all’universo femminile, troppo spesso ancora sottovalutato.
Cristina Mondelli
Nell’immagine: Mondariso. cappello da lavoro e abito della festa