Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli di Pettinengo – via Fiume, 12, visitabile tutte le domeniche, dalle ore 14:30, alle ore 18:30 – Info e su prenotazione: Idillio, 3343452685 – Ingresso libero.
Nel Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli di Pettinengo non poteva mancare uno dei simboli più rappresentativi della Sardegna: l’abito tradizionale indossato quotidianamente e, ancor più, nel tempo festivo, dalle donne di Desulo. I colori che lo compongono sono essenzialmente il rosso, il giallo, l’arancione e l’azzurro. La stoffa scarlatta delle versioni più ricercate del costume, oltre che di orbace, era di panno fine prodotto a Biella. Utilizzato in casa e in occasioni speciali, è assai comodo e permette di lavorare comodamente. I ricami presenti sull’abito danno prova di grande abilità nel cucito e rimandano a simbolismi benaugurali radicati nell’universo contadino e pastorale.
In Sardegna e nel Continente europeo, bambole in abiti tradizionali si ritrovavano nelle camere da letto, sedute accanto ai cuscini, ad indicare fertilità. Nella notte di capodanno, piccoli fantocci femminili venivano esposti sulle ringhiere dei balconi o sui comignoli delle case ad indicare la vita nuova che rinasce. Nei secoli XIX e XX il vestito di queste bambole veniva confezionato prima in pannolenci colorati e, poi, definitivamente cambiato con l’abito bianco da sposa.
Da sempre gli indumenti che l’uomo indossa sono la rappresentazione dello stato sociale e del suo animo, delle sue origini e della cultura a cui appartiene. Oggetti importantissimi, testimoni del tempo che passa e si rinnova. Al Museo delle Migrazioni di Pettinengo oggetti e racconti si intrecciano, accompagnati da competenti guide messe a disposizione dalla Rete Museale Biellese.
Cristina Mondelli
Nell’immagine: Museo delle Migrazioni, particolare di allestimento etnografico con campioni di fili, stoffe e nastri per realizzare il costume di Desulo.