“Migrazione di vegetali e di animali” è il tema che accomuna molte attività programmate dal Circolo Culturale Sardo di Biella, alcune dedicate attraverso “Su Calendariu 2018” a funghi di Piemonte e di Sardegna. Lo strumento di misura del tempo realizzato da Su Nuraghe si avvale della collaborazione scientifica del micologo Renato Tizzoni, di Robin Cara e dell’appassionato contributo di Lucio Bordignon, arricchito dagli scatti fotografici di Ettore Diana e di Andrea Virla, unitamente a quelli realizzati da Renato Tizzoni, Robin Cara e dallo stesso Lucio Bordignon. Ogni mese una corposa didascalia correda le singole immagini.
Il mese di luglio, appena trascorso è dedicato al Boletus erythropus Pers., corredato dal nome popolare italiano (porcino rosso, boleto piede rosso) e da quello nella parlata piemontese dove il Boletus erythropus è detto: “fré, frant”.
Questa boletacea è facilmente riconoscibile per la caratteristica punteggiatura di colore rosso che ricopre il gambo. La sua carne diventa intensamente blu alla frattura, ciononostante è considerato un discreto commestibile ma, prima del consumo deve essere sbollentato adeguatamente in quanto contiene una tossina termolabile che si disattiva con il calore di cottura. Consumato crudo o malcotto è causa di gastroenteriti, fastidiose nausee e diarree associate a vomito. Forse, anche per questo, nonostante la sua diffusione, è apprezzato da pochi cercatori. In Sardegna lo si può trovare sotto latifoglie, soprattutto attorno ai mille metri di altitudine.
Giovanni Usai
Nell’immagine: Boletus erythropus Pers. (foto Lucio Bordignon)