Sono arrivati in camper in Piemonte Maria Paola Romagino di Cagliari e Giorgio Faret di Zerfariu (Oristano), per poter vedere dal vivo “Sa mama de su mortu” – “La madre dell’ucciso” di Francesco Ciusa esposta a Pettinengo, nel Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli, di via Fiume, 12.
L’opera in marmo di Carrara, modellata tra il 1906 e il 1907, segnò il debutto di Francesco Ciusa (Nuoro, 2 luglio 1883 – Cagliari, 26 febbraio 1949) alla Biennale di Venezia del 1907. La realizzazione originale fu un gesso (cm 81,5 x 58 x 72,5), acquistato nel 1939 dalla Galleria Comunale d’Arte di Cagliari.
Ignota al pubblico era finora l’esistenza di una versione in marmo, sita nel parco di una villa di industriali della provincia Biella, acquistata nel 1942 dal conte Vittorio Buratti.
La statua “biellese” ha le stesse dimensioni delle opere in gesso e bronzo già note. È arrivata in Piemonte negli anni in cui viveva ed operava a Biella l’artista sassarese Giuseppe Biasi (Sassari, 23 ottobre 1885 – Andorno Micca, 20 maggio 1945), con il quale Ciusa aveva stretto rapporti di amicizia.
Custodita per decenni all’aperto nel parco di Villa La Malpenga, questa statua in marmo testimonia il perdurante e risalente rapporto tra Sardegna e Piemonte attraverso l’arte nel Novecento.
Il Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli è aperto fino ad ottobre tutte le domeniche, dalle ore 14.30 alle ore 18.30 – Info e su prenotazione: Idillio, 3343452685 – Ingresso libero
Simmaco Cabiddu
Nell’immagine: Pettinengo, Maria Paola Romagino e Giorgio Faret accanto a “La madre dell’ucciso”