Domenica, 7 ottobre, alle ore 17:00, nella chiesa dei santi Grato ed Eusebio di Pettinengo verrà inaugurata la mostra fotografica “Omaggio a Tavo Burat, Gustavo Buratti Zanchi” – immagini di Andrea Ciprelli – presentazione di Rosa Corbelletto Usai – rinfresco – ingresso libero
“Omaggio a Tavo Burat, Gustavo Buratti Zanchi”, è il titolo dell’esposizione fotografica allestita all’interno della chiesa di San Grato d’Aosta e Sant’Eusebio da Cagliari di Pettinengo. La rassegna è patrocinata dal Comune di Pettinengo, dalla Comunità Ebraica di Biella, Vercelli, Novara, Verbano Cusio Ossola; dalla Diocesi di Biella, dalla Chiesa Valdese di Biella; dalla Parrocchia di Pettinengo e dal Liceo Scientifico “Amedeo Avogadro” di Biella.
Gli scatti, realizzati all’interno di un campo Rom di Torino, sono l’estensione degli allestimenti del Museo delle migrazioni, Cammini e Storie di Popoli che ha dedicato una sezione a uno dei più antichi popoli migrati presenti in Europa. Tutt’ora discriminati, i Romanì, sono stati oggetto di persecuzione al pari degli Ebrei. Internati e deportati in Sardegna a seguito delle Leggi razziste del 1938, ufficialmente per motivi di “ordine pubblico”.
Con il termine “Porrajmos” viene ricordato lo sterminio degli zingari nei lager nazisti. Se le dimensioni della Shoah sono sotto gli occhi di tutti, e sono terribili, meno noto il tentativo si sterminio di altre popolazioni o categorie di persone: partigiani, comunisti di ogni nazione; malati psichici, Testimoni di Geova, omosessuali e, appunto, 500.000 zingari uccisi nei lager.
Negli anni del dopoguerra, gli zingari erano arrotini, calderai, stagnini e venditori di fortuna. Erano loro ad aggiustare piatti e a riparare ombrelli. Ai nostri giorni alcuni sono giostrai. Altri escono dai campi in cui vivono vestendo all’italiana, mimetizzandosi per andare a lavorare a servizio, fare pulizie, sperando che non venga svelata la loro origine.
Attraverso le immagini di Andrea Ciprelli, la Comunità dei Sardi di Biella vuole rendere omaggio all’intellettuale biellese, discendente del conte Vittorio Buratti, la villa del quale ha accolto con successo la IV edizione de “Gli Orti de La Malpenga”. Tavo Burat, strenuo difensore di minoranze linguistiche e culturali, degli ultimi della terra, ha voluto che il suo corpo fosse avvolto nella bandiera dei Sinti.
Battista Saiu
Nell’immagine: matrimonio Rom nella chiesa ortodossa di Torino
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