Quattro pietre per Biella da Modolo, Morgongiori, Nurachi e Seneghe

pietre per Nuraghe Chervu dai comuni di Modolo, Morgongiori, Nurachi e Seneghe

Dalla Sardegna Centro Occidentale arrivano a Biella le steli dai comuni di Modolo, Morgongiori, Nurachi e Seneghe, commissionate alla marmeria “Pietre del Montiferru”. Su ciascuna di loro è stato scolpito il nome della località e il numero dei Caduti della Prima Guerra Mondiale. Dall’anno 2001 l’impresa artigianale di Mario Mastinu opera a Seneghe (Oristano) nel settore della lavorazione di marmi, graniti, basalti e arte funeraria, mettendo a disposizione esperienza e professionalità, che garantiscono un prodotto finito a regola d’arte, grazie anche all’utilizzo di tecniche e macchinari d’avanguardia. Ogni lavoro è unico ed originale come le quattro pietre prodotte dal laboratorio, fatte pervenire a Biella per essere collocate presso l’area monumentale di Nuraghe Chervu, alle porte della “Città della Lana” in ricordo dei Caduti sardi e biellesi.
Eretto su un basamento di cemento armato, alto circa sei metri, sette di diametro, con circonferenza di 23 metri, inclinato di 15°, Nuraghe Chervu è rivestito in melafiro proveniente dalle cave di Curino, pietra studiata dal geologo Alberto Ferrero della Marmora nel 1819, prima del suo forzato trasferimento in Sardegna. Tre lastre di melafiro provenienti dalle cave di Graglia, ora dismesse, sono presenti nel monumento funebre voluto da Quintino Sella. Nella Basilica di san Sebastiano in Biella, di fronte alle lapidi di Alessandro e di Alfonso, geni militari che intuirono il valore della celerità in fanteria con i Bersaglieri e in artiglieria con le Voloire. La figura di Alberto, accanto a quella dei fratelli generali che fecero l’Italia, rappresenta il lento, sicuro andare nella storia, con l’antico Regno di Sardegna divenuto Regno d’Italia, oggi Repubblica Italiana. Memoria collettiva affievolita, a volte rimossa, che con Nuraghe Chervu si vuole rinvigorire e tramandare.

Simmaco Cabiddu

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