Giorno della Memoria a Su Nuraghe: ricordare per non dimenticare

descrizioneSabato 26 gennaio, a Biella, alle ore 21, in via Galileo Galilei, 11, nelle sale del Circolo Culturale Sardo verrà proiettato il documentario “Il Giudice dei Giusti. La storia di Moshe Bejski” di Emanuela Audisio e Gabriele Nissim (55’34”) presente nel 2° DVD dell’opera “Shoah. Lo sterminio degli ebrei il processo di Norimberga, la memoria”, 2012, De Agostini / La Stampa.
Inserita nel XXV ciclo di Su Nuraghe Film, la serata sarà presentata da Greta Cogotti, consigliere di maggioranza del Comune di Biella. Sarda di terza generazione da parte di madre nata a Roma, originaria di Sedini, Sassari, e padre di Teulada, Greta è impegnata nel sociale, animando il gruppo giovani che fa capo a Su Nuraghe.
La giovane salirà in cattedra per aiutarci a ricordare quello che non deve essere dimenticato.
Patrocinato dalla Comunità ebraica di Vercelli, Novara, Biella, Verbano Cusio Ossola, il Giorno della Memoria commemorato a Biella dalla comunità sarda è ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno, istituita in Italia con Legge n. 211, del 20 Luglio 2000 “in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti“.
Protagonista del documentario è Moshe Bejski (nato in Polonia nel 1921 – morto a Tel Aviv nel 2007), superstite dell’Olocausto, magistrato israeliano, presidente (dal 1970 al 1995) della Commissione dei Giusti tra le nazioni dello “Yad Vashem”. In particolare, Bejski sosteneva che sono giuste tutte le persone che abbiano agito secondo coscienza e che abbiano rischiato la vita per realizzare questi ideali. “Bejski amava gli uomini, non cercava i santi”: ciò rende anche i giusti più vicini alle persone.
Lo “Yad Vashem” di Gerusalemme è l’Ente nazionale per la Memoria della Shoah, istituito nel 1953 con un atto del Parlamento Israeliano. Ha il compito di documentare e tramandare la storia del Popolo ebraico durante la Shoah, preservando la memoria di ognuna delle sei milioni di vittime per mezzo dei suoi archivi, della biblioteca, della scuola e dei musei.
Oggi viviamo in una società che dà risonanza solo al Male ed al diverso come nemico. Le guerre, le migrazioni, i diversi, i delitti, i crimini: siamo sommersi da notizie negative. I mass-media ci mostrano ossessivamente contrapposizioni ed “eroi negativi”: terroristi, stupratori, assassini, ragazzi che sparano ai loro coetanei, dittatori sanguinari.
La gente “perbene”, coloro che agiscono nell’ombra, non viene riconosciuta e nemmeno ringraziata.
Scrive Gabriele Nissim, storico, saggista e giornalista (uno degli autori del documentario): “Ho potuto constatare che la condivisione di una esperienza positiva può cambiare radicalmente il modo di pensare e creare esattamente l’effetto contrario di una bomba di un terrorista: in questo caso si può generare una esplosione di umanità, il gusto di una nuova speranza”.
Un concetto quasi eversivo: divulgare il Bene come modello al quale ispirarsi, il Bene piccolo dei gesti quotidiani che fanno la differenza e che con l’allenamento portano poi a gesti importanti.
Nissim segnala la necessità di modelli di pensiero anticonformista del passato accostandoli a personaggi del presente, per dimostrare come nella storia ci sia chi ha saputo non adeguarsi all’ingiustizia talora anche a costo della vita, o di una tranquillità acquisita.
Per Nissim, sulle orme di Bejski, è Giusto non solo chi ha rischiato la vita per salvare gli Ebrei durante la Shoah, ma anche chiunque si sia opposto con responsabilità individuale ai crimini contro l’umanità e a tutti i totalitarismi: il Giusto è un esempio alla portata di tutti, è un essere umano con tutte le sue debolezze ed incertezze, i propri compromessi, le personali imperfezioni che sono parte della vita. Di fronte all’ingiustizia dice “NO”, non conformandosi al “costume” comune ed agendo per aiutare gli altri. Ognuno può diventare un Giusto e “laddove tutti ne fossero coscienti, forse persecuzioni e totalitarismi non avrebbero tanto spazio”. Questa tesi di Nissim è presente nel suo ultimo libro “Il bene possibile” (Utet).
«Per noi – afferma Rossella Bottini Treves, presidente della Comunità ebraica – è importante che il Giorno della Memoria non riguardi solo il passato ma anche il futuro; è importante che le nuove e attuali generazioni sappiano cosa è stato il passato attraverso la conoscenza della Storia, perché Ricordare vuol dire Conoscere. Non si può ricordare senza sapere ciò che dobbiamo ricordare: “Bisogna conoscere il passato per capire il presente e orientare il futuro».

Battista Saiu

Nell’immagine: Biella, lapide nei pressi della Sinagoga in ricordo delle vittime biellesi della Shoah

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