La “gran favata” di Su Nuraghe, in calendario sabato 9 febbraio alle ore 19:30, è piatto tipico della tradizione contadina che a Biella caratterizza il Carnevale dei Sardi. Verrà servita nelle accoglienti sale di via Galileo Galilei, 11. Nei riti sociali e nelle pratiche religiose, cibo e alimentazione sono valore e sostanza. La vita frenetica di oggi non permette tempo per sederci a tavola: consumiamo pasti di fretta, a volte in piedi, in fugaci “pausa pranzo”.
Momenti di consumo comunitario di cibo caratterizzano le società tradizionali, in Sardegna come ai piedi del Mucrone. La favata di Su Nuraghe è controcanto culinario alle pubbliche fagiolate preparate nel Biellese da associazioni che operano nei paesi più piccoli e nei quartieri della città capoluogo.
A Carnevale, fave o fagioli sono ingredienti di sacralità popolare che rimandano alla ridistribuzione di cibo in un momento dell’anno in cui – prima dell’avvento della grande distribuzione – le risorse in dispensa diminuivano e scarseggiavano.
In Sardegna, le fave preparate nel periodo invernale vengono cucinate con carne di maiale, finocchi selvatici, verdure di stagione che, a seconda di ingredienti, preparazione e località, prendono il nome di “fae cun lardu”, “cun funuju”, ”cun caule”, “a piscadura”.
Molte risultano essere le varianti delle ricette, sia per le fave che per i fagioli, segretamente custodite da cuochi che sovrintendono alle diverse fasi di preparazione. Al di là di ingredienti e ricette, la pubblica preparazione e distribuzione di favate e fagiolate colloca questi cibi nell’universo folclorico europeo; il tutto all’insegna della gioia, del piacere di stare assieme e del mangiar grasso.
Ai legumi bisogna sommare i dolci tradizionali preparati per l’occasione: “Bale d’ors” a Biella, zippulas, cattas, arrubiolos, in Sardegna; in entrambi i territori vengono distribuite le immancabili universali bugie.
Info e prenotazioni fino ad esaurimento posti: 01534638.
Giovanni Usai