Una parola sarda al mese: F come FACCIOLLA

incipit F, in Giampaolo Mele, Die ac NocteRadici e semantica delle parole sarde, rivisitate mediante i dizionari delle lingue mediterranee (lingue semitiche, lingue classiche). Laboratorio linguistico, di storia e di cultura sarda a Biella

FACCIOLLA, facciola camp. ‘maschera’ (dicesi originato dal cat. façol ‘fazzoletto’). In realtà quello catalano è un parallelo, non l’archetipo. Infatti la lingua sarda contiene per proprio conto il lemma. Vedi Puddu: «faciòba, faciòla, fatzòla, traste ki si ponet a cuare sa cara, mascarenḍe (ma fintzas sa ki ponen a su cumponidori, a sa Sartiglia); caratza, carota: m’an postu una fatzola in fàcia pro no bider su logu; a carnovali si bestiat de màscara, s’acapiada unu muncadori in conca ma no si poniat faciola».
Il termine sardo facciòlla, facciòla, fatzòla è soltanto contaminato dall’it. faccia e da it. fazzoletto, ma ha origini autonome.
L’it. fazzolètto è un ‘drappo di tela o lana, lino, seta, a forma quadrata’ con due funzioni, la più nota delle quali è ripulire il naso o la bocca (in tal caso esso è piccolo), ma un tempo ebbe la speciale funzione di coprire la testa e le guance (drappo che può avere i lati da 1 metro e oltre). Il termine apparve nel lat. mediev. di Venezia nel 1270 come fazolus, it. fazzuolo, che il Dizionario Etimologico della Lingua Italiana opportunamente riconnette al termine it. faccia ‘viso’. Questo abbinamento fono-semantico va bene, per quanto sia allo stesso tempo una paronomasia, ossia un adeguamento ad una parola moderna di una parola antica non più compresa.
Infatti la base etimologica di fazzoletto è l’akk. paṣṣu ‘assente’, paṣāṣu ‘sparire’, paṣānu(m) ‘ricoprire, velare’ + lētu(m) ‘guancia’ (composto paṣṣulētu), col significato di ‘copri-guance’. Il termine antico è tutto un programma: la donna dovette sempre ricoprire il viso, allo scopo di non destare impulsi sessuali.
Il sd. facciòlla ‘maschera’ ha base etimologica nell’akk. paṣṣu ‘assente’, paṣānu(m) ‘ricoprire, velare’ + ullû (un vestito) (stato costrutto paṣṣiullû), col significato di ‘vestito ricoprente, abito che maschera, che rende assenti’.

Salvatore Dedola,
glottologo-semitista

Nell’immagine: l’incipit “F”, in Giampaolo Mele (a cura di), Die ac Nocte. I Codici Liturgici di Oristano dal Giudicato di Arborea all’età spagnola (secoli XI-XVII), Cagliari: AMD Edizioni, 2009

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