Nel calendario liturgico, la IV Domenica di Quaresima è momento di sosta nella preparazione alla Pasqua. Viene detta di “Laetare”, dalla prima parola presente nell’antifona di ingresso (Laetare, Jerusalem/rallegrati, Gerusalemme), tradizionalmente cantata all’inizio della Messa.
Popolarmente nota come festa di “mezza Quaresima”, nello stesso giorno vengono tagliate le palme, lasciate riposare per una settimana per acquisire la morbidezza necessaria alla perfetta lavorazione prima di essere intrecciate.
Contemporaneamente, vengono messi a germinare semi di frumento, di lino, ceci o lenticchie. Quotidianamente curati e custoditi al buio, il pomeriggio del Giovedì Santo, con al centro un lume acceso, verranno portati in chiesa per decorare gli antichi “sepolcri”, l’altare del Santissimo Sacramento.
A Biella, la Pasqua dei Sardi si proietta nella società in cui vivono con la consegna delle palme “filadas” a vescovo, sacerdoti e persone consacrate della Diocesi e il dono di “sos nenneres”, biondo frumento coltivato al buio su appositi piatti, portati nelle chiese delle parrocchie di appartenenza.
Per favorire la diffusione della pia pratica popolare, sacchetti di grano vengono di volta in volta distribuiti nella sede del sodalizio, in via Galileo Galilei, 11, a Biella, ad Oropa o in altre chiese e durante la novena di San Giuseppe di Riva.
Simmaco Cabiddu
Nell’immagine: Biella, basilica di san Sebastiano, “nenneres” ai piedi dell’altare (archivio)