Prossimo appuntamento: Giovedì 20 giugno, ore 15:00, Banduleris a spasso per la città, partenza dalla sede di Su Nuraghe, in via Galileo Galilei, 11, con meta la palazzina liberty, sede dell’Hotel Bugella, in via Cottolengo – percorso di 4.800 metri.
Una parte della recente passeggiata dei “banduleris” di Su Nuraghe è stata dedicata alla visita dell’antico Battistero, risalente all’X-XI secolo. Edificio di piccole dimensioni, a pianta quadrata con quattro absidi semicircolari sormontate da semi cupole che esternamente conferiscono all’edificio un aspetto circolare. All’esterno, al di sopra di un tamburo di forma ottagonale si eleva una lanterna quadrangolare che reca in punta una croce di ferro risalente per alcuni ad epoca carolingia.
L’interno, semplice e spoglio con tracce di affreschi datato al Tredicesimo secolo, raffiguranti santi e una Madonna del latte, che, secondo l’illustrazione della dott.ssa Bellardone vengono fatti risalire al Quattordicesimo secolo, opera del cosiddetto Maestro di Oropa.
Il Battistero, eretto a destra dell’originaria chiesa matrice di Santo Stefano, demolita a fine dell’Ottocento, ha due piccole porte: una si apre verso il Duomo; l’altra, orientata verso Sud Ovest, ha un architrave sormontato da nicchia con al centro una lastra di marmo di epoca romana raffigurante la “Epifania di Ercole”. La muratura esterna dell’edificio è realizzata con mattoni e ciottoli di fiume misti a frammenti di laterizi disposti a filari o a spina di pesce, tenuti insieme da malta. È dedicato a San Giovanni Battista, unico rimasto di quelli presenti nelle cinque pievi biellesi. Nel corso dei secoli ha corso diverse volte il rischio di essere demolito. Nel 1791 sotto al Battistero venne scavata una cripta da adibire a sepolcro per i vescovi della diocesi appena costituita. Durante questi scavi, il ritrovamento di una lapide romana fece ritenere la costruzione di origine pagana.
La cripta sotto al Battistero ha pianta a croce, inaccessibile fino a pochi anni or sono, quando sono stati avviati i lavori di recupero, completati ed inaugurati dal Vescovo padre Massimo Giustetti.
Da un ambiente laterale è possibile raggiungere la cripta della cattedrale attraverso strette scale e piccoli corridoi. Fino al Novecento vi si accedeva attraverso una botola scavata nel pavimento del Battistero.
L’intervento di bonifica dei locali interrati ha comportato l’eliminazione dell’umidità e il recupero degli intonaci con il ripristino delle tinteggiature e dei bassorilievi che hanno restituito dignità a un luogo sinora poco conosciuto. Come ha avuto modo di spiegare la dott.ssa Bellardone se non fosse stato completato l’intervento di bonifica della cripta, non sarebbe stato possibile ottenere il finanziamento dalla Soprintendenza per il restauro di campanile, altare presbiterio e tetti. Quindi, secondo Bellardone, l’intervento nella cripta sottostante al Battistero, realizzato per la sepoltura dei Vescovi, ha comportato la pulizia manuale delle superfici, il rifacimento degli intonaci deteriorati, delle cornici mancanti, il consolidamento degli intonaci recuperabili e l’intonacatura con grassello di calce, intervento mediante il quale si è ottenuto di rendere uniformi le superfici verticali della cripta. Inoltre la particolare illuminazione dell’ambiente, realizzata mediante faretti soft, lo ha reso singolarmente luminoso, eliminando per il visitatore il possibile senso claustrofobico generato dall’accesso mediante scale e corridoi alquanto angusti. Il microclima della cripta è assicurato mediante un sistema di ventilazione/condizionamento particolarmente efficace. Il recupero della cripta è stato ultimato nell’ottobre del 2016, da allora ufficialmente riaperta ai visitatori. Con la visita alla cripta si è conclusa la passeggiata dei “banduleris” alla scoperta della opere e dei monumenti notevoli della nostra città proposta dal Circolo Su Nuraghe di Biella, attraverso un progetto “Salute in cammino”, in collaborazione con l’Ambulatorio Infermieristico Sardo.
Giovanni Carta
Nell’immagine: lapide apposta all’ingresso della cripta del Battistero di Biella