Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli , via Fiume, 12, Pettinengo – Aperto tutte le domeniche, dalle ore 15:00 alle ore 19:00 – Info e visite anche su prenotazione: Idillio, 3343452685 – Ingresso libero
Martedì 11 giugno 2019, con le professoresse Antonella Giannotto e Teresa Gradia ci siamo recati a Pettinengo per concludere il nostro corso “Da Biella a oltre le Alpi”, inserito nel Programma Operativo Nazionale – Fondi Strutturali Europei, e per andare alla ricerca delle nostre “radici”.
Ad accoglierci abbiamo trovato il Signor Idillio Zapellone, custode del Museo delle Migrazioni di Pettinengo, che prima di portarci a visitare il “Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli” ci ha condotti nel chiesetto di canton Gurgo.
Entrati in chiesa siamo stati colpiti dai lavori dei ragazzi della scuola Aglietti di Cossato, perché hanno fatto un lavoro molto simile al nostro. Anche noi, come abbiamo detto al Signor Idillio, abbiamo voluto “mappare” le nostre origini, intervistando i nostri nonni e genitori per scoprire se avessimo origini differenti da quelle piemontesi, e così è stato. Uno solo di noi è risultato essere Piemontese doc da più generazioni.
Dopo aver curiosato un po’ in giro, affascinati dalle fotografie appese all’interno dell’oratorio, che ritraggono la comunità Rom e le loro usanze, ci siamo seduti in cerchio.
Idillio ci ha raccontato che a migrare non sono solo le persone, ma anche gli uccelli, le pietre, le piante e le tradizioni, tutte cose che avremmo poi visto nel museo.
Dopo una piacevole chiacchierata condita dalla travolgente simpatia del signor Idillio ci siamo spostati al museo.
Qui abbiamo visto i motivi per cui alcune persone avevano deciso di spostarsi dalla loro terra natia. Prima di tutto ci ha raccontato la storia delle “mondine”, che si erano sposate per lavorare nelle risaie, e che alla fine del loro periodo di lavoro portavano a casa un baule pieno di riso. Ci ha colpito molto il loro abbigliamento, soprattutto il fatto che dovessero mettere delle calze scure, sia per sopportare le lunghe ore in cui erano costrette a restare con i piedi a bagno, sia per evitare di essere morsicate dalle sanguisughe. Successivamente, ci siamo spostati in un’altra stanza con al centro la bellissima statua “La Madre dell’ucciso” del nuorese Francesco Ciusa ritrovata nella Villa Malpenga dei Buratti, sotto un albero. Per questo motivo ha delle parti più “scure” a causa delle resine che per lungo tempo ne hanno occultato la bellezza, e che nonostante i lavori di restauro e pulizia sono ancora in parte visibili.
La terza stanza è stata la nostra preferita. Qui abbiamo visto sei specie diverse di uccelli impagliati, con i grafici delle loro rotte migratorie tra Europa e Africa. Ci siamo stupiti di come questi piccoli animali, in realtà riescano a compiere delle traversate così lunghe e di come nel loro percorso, spesso, si fermino anche nel Biellese.
Nell’ultima stanza la stanchezza iniziava a farsi sentire, ma il signor Idillio ci ha servito due torte squisite, preparate per noi da sua moglie. Dopo esserci ricaricati ci ha raccontato la migrazione dei minerali. Sempre nella stanza dei minerali, c’erano gli oggetti donati da una famiglia benestante piemontese migrata in Sardegna. Infine, abbiano guardato un video sulla produzione dell’oro nella miniera di Pestarena. Infatti, tra gli oggetti in mostra, abbiamo visto due diverse macine: una usata nella Valle di Ossola, l’altra, proveniente da antiche miniere egizie in Arabia, testimonia la migrazione di questa tecnologia.
Con la pancia piena e la testa ricca di nuove informazioni e curiosità abbiamo concluso la nostra visita.
I ragazzi della II media dell’IC di Gaglianico–Ponderano