Nella tappa svedese del viaggio verso nord di Battista Saiu e Matteo Rebuffa, l’incontro a Frillesås (Kungsbacka) con Anna J. Barbato, 33 anni.
Nata a Torino da madre sarda e padre piemontese ha scelto la Svezia come terra di adozione, acquistando un’azienda agricola, per impiantare coltivazioni mediterranee compatibili con l’areale locale, sperimentando l’adattamento al clima particolarmente favorevole a specifiche varietà botaniche.
In pieno campo ha già fatto i primi raccolti di zafferano, mentre sta raccogliendo i primi risultati del suo lavoro da svariate piante da frutto come: albicocche, nocciole, mandorle, noci, ciliegie, ecc. Corona così le conoscenze ottenute dagli studi di tecniche erboristiche, preceduti da quelli in giurisprudenza e l’amore per il marito svedese.
Durante l’incontro, la delegazione biellese ha consegnato la bandiera dei Quattro Mori. “La Sardegna per me – afferma Anna J. – è famiglia, campagna e animali allevati con passione.
In questa terra dove le giornate estive non han quasi tramonto, mi sembra di trovare un pezzo di Sardegna primaverile con i suoi verdi intensi e la sua terra ricca. Molte persone mi hanno chiesto come mai io abbia deciso di trasferirmi qui al nord, chiedendomi se fossi sicura di voler affrontare le temperature rigide invernali e le poche ore di luce. In inverno, non si possono fare alcune attività all’esterno, chiaramente, ma è il momento in cui avviene la preparazione e la programmazione per la stagione produttiva”.
Non ci sono momenti di pausa nella quotidianità della giovane, che alterna il lavoro di gestione e ricerca nell’azienda agricola alla creazione di oggetti di design che si possono osservare nella sua abitazione.
“Tanti mi chiedono se mi manchi casa mia e devo ammettere di sentire una certa nostalgia nei confronti delle mie montagne. La Sardegna, benché non sia casa in termini stretti è origine, è il luogo che mi ha ispirata in questo percorso. Mio nonno materno é riuscito a far passare in me la passione e rispetto per le piante e gli animali e credo che il mio lavoro attuale possa onorare la sua memoria”.
Asita Biasutti
Nell’immagine: Frillesås, consegna della bandiera sarda