Le immagini di fiori visitati da api, pubblicate in Su Calendariu 2019, edito dal Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” di Biella, ci accompagnano con cadenza mensile per conoscere il mondo delle api e i preziosi prodotti da esse ottenuto.
La propoli è conosciuta fin dall’antichità da popolazioni del vecchio e nuovo mondo apparentemente mai venute in contatto tra loro. I sacerdoti egizi la utilizzavano per mummificare i corpi dei faraoni, in virtù delle magnifiche doti conservative. I soldati romani la utilizzavano per disinfettare le ferite riportate sul campo di battaglia. Gli Inca la utilizzavano per combattere febbri e infezioni. Pare che la eccezionale sonorità dei violini costruiti da Stradivari fosse dovuta alla propoli prodotta dagli alveari allevati nei pressi di Cremona ed utilizzata per verniciarli. Attualmente sono disponibili in commercio moltissime preparazioni a base di propoli che vengono utilizzate principalmente nel periodo invernale per prevenire le malattie da raffreddamento.
Il genere Pyracantha appartiene alla famiglia delle Rosacee originaria dell’areale mediterraneo, dell’Asia Minore e della Cina. Si presta molto come pianta ornamentale, grazie al fatto che è bella in ogni stagione: in inverno perché ricca di fogliame, in primavera perché fiorita, in autunno perché piena di bacche. Il nome Piracanta deriva dalla parola greca pyracanthos composta da “pyr”, fuoco e “acanto”, spine, letteralmente “fuoco di spine”evocato dalle sue bacche splendidamente colorate e dai suoi rami spinosi.
Comprende 10 specie. Le varietà più diffuse più diffuse sono:
Pyracantha coccinea. Conosciuta con i nomi di agazzino o roveto ardente, questa specie in maggio-giugno produce fiori bianchi simili a quelli del biancospino e bacche di color rosso vivace. È originaria dell’Europa meridionale e dell’Italia dove si può trovare allo stato spontaneo. Raggiunge un’altezza di 4-5 metri.
Pyracantha angustifolia. Produce fiori bianco crema e bacche aranciate. In commercio è possibile reperire numerosi ibridi e cultivar, come la Pyracantha Navaho, una varietà medio piccola che da origine ad arbusti abbastanza ordinati, tondeggianti; o come la Pyracantha Red Column che produce bacche rosse, o come la Pyracantha Soleil d’Or che produce bacche gialle.
Pyracantha crenulata. Si tratta di una specie di provenienza cinese con portamento compatto, con dimensioni abbastanza più contenute: non supera infatti i tre metri di altezza.
Pyracantha yunnanensis. E’ una specie di origine cinese che ha dato origine a molte delle varietà coltivate. Somiglia molto alla specie Coccinea con larghi corimbi di fiori bianchi che sbocciano in maggio giugno, seguiti da frutti rossi. Le foglie e i frutti sono più grandi di quelli di Pyracantha coccinea.
Pyracantha atalantioides. Questa specie raggiunge notevoli altezze (anche oltre sette metri). E’ un arbusto a rapida crescita e a portamento eretto, con frutti invernali rossi.
Molte sono poi le cultivar ottenute mediante ibridazione delle specie originarie e delle quali spesso non è nota la specie di provenienza Recentemente sono state prodotte alcune varietà di Pyracantha che non superano l’altezza di 30-40 centimetri e si allargano orizzontalmente come coprisuolo e ricadenti.
UTILIZZI
Piracanta è una pianta sempreverde adatta ad essere impiegata come siepe. Le grandi e rigide spine permettono di avere una siepe protettiva impenetrabile che protegge da sguardi indiscreti. E’ inoltre molto decorativa grazie ai meravigliosi fiori bianchi e profumati cui seguono belle bacche colorate molto gradite agli uccelli. Le bacche sono infatti commestibili, anche se il sapore zuccherino cela un retrogusto che dopo aver consumato pochi frutti crudi diviene poco gradevole; un tempo ci si preparavano conserve di frutta, e confetture; da acerbe sono invece amare ed astringenti.
I semi sono invece velenosi e tossici per la presenza di glicosidi cianogenetici.
METODI DI COLTIVAZIONE
La Piracanta è un arbusto che in Italia è presente anche in natura, per questo è una pianta da giardino di facile coltivazione, essendo già ben adattata alle condizioni climatiche della nostra penisola. E’ una pianta rustica con una buona resistenza al freddo, al caldo intenso e alla siccità. Non ha particolari esigenze di terreno ma predilige quelli sciolti e ben drenati. Va coltivata in una zona ben luminosa del giardino, deve prendere almeno qualche ora al giorno di luce diretta; Può essere coltivata anche in vaso, ma è preferibile optare per grandi contenitori, o in piena terra, dove possa allargare a piacere il suo apparato radicale. In giardino può essere allevata come arbusto singolo o come pianta da siepe, o come tappezzante.
Per fare una siepe di Piracanta gli arbusti vanno piantati a circa sessanta centimetri di distanza gli uni dagli altri.. La concimazione si effettua in autunno e in primavera con un concime del tipo universale a lenta cessione.
I giovani esemplari di Pycaranta si annaffiano per i primi due-tre anni dopo l’impianto, ma solo quando il terreno è asciutto; con trascorrere degli anni le piante divengono autosufficienti.
La potatura va fatta in due riprese: dopo la fioritura e a fine agosto/primi di settembre. Il secondo intervento è necessario per contenere l’accrescimento della pianta e per favorire la colorazione dei frutti che sono meglio esposti alla luce solare. Quando la pianta cresce in larghi spazi e in forma libera e disordinata va potata solo occasionalmente eliminando i rami vecchi.
MOLTIPLICAZIONE
La Piracanta si propaga per talea dei rami. Le talee legnose, lunghe circa 15 cm, vanno messe a radicare nel periodo luglio – agosto in un composto in parti uguali di torba e sabbia. La propagazione per seme va invece fatta direttamente a dimora in Aprile.
AVVERSITÀ
La Pyracantha teme l’attacco degli afidi e tra le malattie di origine batterica, il cosiddetto “fuoco batterico” che va trattato tempestivamente con prodotti specifici per evitare la morte della pianta.
Paolo Detoma
Nell’immagine: Piracanta (Pyracantha), foto di Giorgio Bello