Casa Sardegna, pizzi e ricami di Su Nuraghe in tempo di pandemia

mosaico di pizzi e ricami

Attività sociale quotidiana del Circolo Culturale Sardo di Biella in tempo di pandemia.

Fino a pochi anni fa, si credeva che l’ago fosse una esclusiva scoperta dell’Homo sapiens, risalente a circa 26.000 anni fa. Il nostro antenato cacciatore e raccoglitore sarebbe stato portatore e diffusore di nuove tecnologie nel suo lungo viaggio “civilizzatore” dall’Africa verso gli altri continenti via via popolati in concorrenza/associazione con il nostro cugino, l’Uomo di Neanderthal.
Invece, recenti scoperte daterebbero a 50.000 anni fa la presenza dell’ago più antico, attribuito ad un altro finora sconosciuto nostro cugino: l’Uomo di Denisova, abitatore della Siberia, vissuto fra tra 70.000 e 40.000 anni fa, contemporaneamente ai Neanderthal e all’Homo sapiens.
Un percorso lungo la preistoria, fatto di incontri/scontri, tra guerre, ibridazioni e conseguenti immancabili scambi culturali fino ad arrivare ai nostri giorni. Un invisibile filo, robusto e ben incrunato, è testimoniato proprio da questo antico ago, in cui è possibile scorgere il legame con i nostri ascendenti, anche attraverso le raffigurazioni delle moderne opere realizzate con ago e filo.
Nei manufatti attuali permangono simboli geometrici, raffigurazioni botaniche e animali: iconografie depotenziate che è possibile far risalire alle raffigurazioni rupestri associate al sacro, alla fertilità e all’abbondanza. Forse è per questo che, ancora ai nostri giorni, i ricami sono caratterizzati da motivi geometrici ormai indecifrabili; oppure da fiori, frutta, animali e antiche divinità; queste ultime, a loro volta, hanno ceduto il passo a santi, madonne e alla figura di Cristo, spesso raffigurato sofferente: immagine della caducità dell’uomo che spera di risorgere, al pari della natura che ogni primavera rinasce e rifiorisce.

Simmaco Cabiddu

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