Continuano ad affluire a Biella le “pietre della memoria” destinate al monumento ai caduti della Grande Guerra, a Nuraghe Chervu
Sono pietre di riuso, materiale recuperato dal rifacimento di vecchie pavimentazioni, lastre accantonate nei magazzini comunali, abbandonate magari da decenni. Alcune hanno una loro storia, sempre legata al territorio di origine, che le rende speciali. Altre sono state intagliate e fatte incidere appositamente per l’occasione. Hanno le forme più varie – anche se la richiesta formulata dal Comune di Biella specifica che dovrebbero avere «dimensioni massime di 30 x 40 centimetri, spessore 5-8 centimetri». Tutte recano scolpito sulla facciata calpestabile il nome del Comune di provenienza e il numero dei suoi Caduti durante la Prima guerra mondiale. E stanno continuando ad affluire a Biella da tutte le parti d’Italia per completare il già vasto lastricato a opus incertum, che attualmente conta oltre 250 pietre, inaugurato il 17 marzo 2019 nell’area monumentale di Nuraghe Chervu di corso Lago Maggiore, alle porte della città.
Il progetto originale, ideato nel 2015 dal circolo sardo cittadino Su Nuraghe e inserito tra le manifestazioni di interesse nazionale dalla Presidenza dei Consiglio dei ministri, era stato accolto e portato avanti con entusiasmo dalla giunta della passata amministrazione (Cavicchioli). All’inizio, era prevista la sola posa delle pietre provenienti dagli allora 78 Comuni della Provincia di Biella. In seguito, con apposite delibere, la richiesta è stata estesa a tutti i Comuni del Piemonte (1917) e della Sardegna (377).
Il Sindaco attuale, Claudio Corradino, nell’ottica di una continuità culturale che, almeno in questo caso – trattandosi di memoria condivisa – prescinde opportunamente da ogni colore politico, ha accolto con altrettanto entusiasmo l’iniziativa dei Sardi di Biella e ha esteso la richiesta, in collaborazione con l’Associazione nazionale piccoli Comuni d’Italia, a tutti i Comuni italiani (7903, al primo luglio 2020).
Un’operazione lungimirante, proiettata nel futuro che, nel suo evolvere, potrebbe far diventare quello di Biella uno dei monumenti ai Caduti più importanti del Paese. Le memorie di quella terribile guerra conclusasi ormai più di cento anni fa, continuando a stratificarsi nel tempo, rimarrebbero sempre accese e vivificate dal continuo affluire delle pietre.
L’operazione potrebbe inoltre stimolare nuove ricerche storiche di carattere locale in ogni singolo Comune coinvolto, e – perché no? – fornire un motivo in più per visitare il nostro meraviglioso territorio.
Riccardo Pozzo
Nella foto: il Sindaco di Biella, Claudio Corradino, e il Presidente di Su Nuraghe, Battista Saiu, all’esterno di Palazzo Pella, posano con alcune delle ultime “pietre della memoria” arrivate in Comune. Sullo sfondo il Piazzo, città alta di Biella.