In tempo di pandemia, mentre l’attenzione è polarizzata sulla situazione sanitaria, arriva il nulla osta del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare per rendere noto l’“Avviso pubblico” per la “Consultazione pubblica per l’avvio della procedura per la localizzazione, costruzione ed esercizio del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e Parco Tecnologico, ex D.lgs. n. 31/2010”.
È stato, pertanto, comunicato un elenco di 67 località potenzialmente idonee, suddivise su sette regioni, per la costruzione del deposito nazionale e del parco tecnologico, che dovrebbe sorgere su un’area di circa 150 ettari, di cui 110 dedicati al deposito e 40 al Parco. Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata, Sardegna e Sicilia sono le regioni individuate.
Ma i Sardi, da tempo, sentono odore di bruciato, tant’è che, tra le immancabili reazioni del mondo politico, particolarmente dura la presa di posizione di Christian Solinas, governatore della Sardegna, contro l’ipotesi del deposito nazionale nell’Isola: posizione recisa che dà voce alle preoccupazioni dell’intero Popolo sardo.
Non è giusto che una regione – qualunque essa sia – debba ricevere e custodire l’immondizia degli altri. Questo il nostro pensiero, che ben si rispecchia in quello di Nicola Loi di Ortueri (Nuoro) e che vividamente appare nei versi appositamente da lui composti.
Simmaco Cabiddu
Nell’immagine: “Senza titolo” di Costantino Nivola (1966), in copertina di “La costante resistenziale sarda” di Giovanni Lilliu, a cura di Antonello Mattone