Tra Natale e i primi giorni del nuovo anno, il quotidiano La Nuova Sardegna ha offerto in edicola ai suoi lettori “Boghes e sonos”, tre volumi che raccontano la musica degli ultimi 60 anni in Sardegna dalla A alla Z.
Autore dell’imponente opera, Giacomo Serreli, giornalista e critico musicale che ha catalogato le maggiori realtà operanti nell’Isola in ambito musicale. Lavoro articolato in 1.780 pagine, arricchito da 300 immagini a corredo delle 1.750 schede dedicate a ciascun musicista o gruppo, con notizie sugli autori, loro produzione e con descrizione di dischi e singoli brani. Il tutto preceduto da una ricca introduzione che in 200 pagine dà conto dei diversi periodi storici della musica isolana.
Musica sarda in Sardegna e oltre i suoi confini geografici. Tra i tanti musicisti sardi che operano fuori dall’Isola, Massimo Zaccheddu, nato a Santhià, Rappresentante di Base del Circolo Culturale Sardo di Biella. La sua esperienza musicale muove i primi passi all’interno del Carnevale Storico di Santhià, il più Antico del Piemonte. “Massimo Zaccheddu già nel 1983, a tredici anni – scrive Serreli – è entrato a far parte del mondo carnevalesco”; “musico” nel “Corpo dei pifferi e tamburi”, compone le sue prime melodie con il piccolo strumento a fiato della tradizione piemontese.
La produzione musicale matura di Massimo Zaccheddu riflette la sua origine sarda e l’attenzione per la terra di adozione. Canta in italiano e in sardo, creando e rielaborando brani non solo della tradizione musicale isolana. Molteplici i premi e i riconoscimenti ottenuti durante concorsi e manifestazioni canore in sale, teatri, piazze e sui palchi sardi e piemontesi. Sue tracce discografiche sono raccolte in diversi CD, testimoni della ricca e variegata produzione artistica.
Salvatorica Oppes
Nell’immagine: Massimo Zaccheddu con i volumi “Boghes e sonos”