Un nuovo prezioso volume d’arte va ad arricchire la Biblioteca di Su Nuraghe, dono di Roberta Ferraris. Un’opera fuori commercio, intitolata “Retabli pittorici in Sardegna nel Quattrocento e nel Cinquecento”, realizzata a cura dell’Associazione fra le Casse di Risparmio Italiane, pubblicata dalla Cassa di Risparmio di Biella nel 1980: pregiata strenna che, in quegli anni, la Banca biellese era solita donare a dipendenti e a personaggi che si distinguevano nell’industria e, più in generale, nella società civile.
Già dalla scelta editoriale traspare quell’antico legame fatto di uomini e gesti che da sempre unisce Biella e la Sardegna: Alberto Ferrero della Marmora, Quintino Sella, Vittorio Besso, sono solo alcuni dei nomi più insigni. Con loro, gli innumerevoli impresari biellesi, 63 provenienti dalla sola Valle Cervo. Molti gli scalpellini, i “pica-pere”, impegnati nella costruzione della Strada Reale “Carlo Felice” fin dal 1823.
Prima di loro, col Piemonte divenuto Regno di Sardegna (8 agosto 1720), Filippo Ferrero Fieschi della Marmora di Biella Piazzo, era stato Viceré di Sardegna dal 1773 al 1777, come pure Vittorio Lodovico d’Hallot Des Hayes di Cavaglià, Conte di Dorzano, che ricoprì tale prestigiosa carica dal 1767 al 1771, cui Re Carlo Emanuele III (1730 – 1773) aveva affidato un piano di rinascita. Trait d’union antico che permane e trova conferma e riscontro nel dono di oggi.
“Mentre sistemavo alcune cose di famiglia – dichiara Roberta Ferraris nel porgere il dono al presidente di Su Nuraghe, Battista Saiu – mi sono trovata tra le mani questo bel libro che parla di Sardegna e mi è sembrato naturale donarlo alla vostra Comunità”.
Nella prima sguardia bianca, pagina non stampata a protezione del testo, una semplice dedica, essenziale come il carattere dei Biellesi: “Alla Biblioteca del Circolo “Su Nuraghe” questo libro che parla di Sardegna”.
Simmaco Cabiddu