Con il pensionamento di Gianluigi Grifoni, anche un pezzo della creatività biellese va in archivio. Fonditore delle Fonderie Zerbetto in frazione Battiana di Lessona, per oltre 35 anni ha costruito con mano d’artista e spiccata professionalità modelli di fusione utilizzando “sabbia resina” e “terra verde” per gli stampi, modellando con spatole, tallone, raspe e vari tipi di cazzuola per ricavare gli stampi in cui colare getti di metallo fuso. Dalle sue mani, la creazione di oggetti in ghisa grigia lamellare e sferoidale con produzioni da 10 chilogrammi a 4 tonnellate.
La ferriera, fondata nel 1963 dai fratelli Guido e Pietro Zerbetto, nell’arco di tre generazioni – pur mantenendo la caratteristica conduzione familiare e l’originaria specializzazione funzionale al settore meccano-tessile – ha raggiunto oggi molteplici settori merceologici. È conosciuta ed apprezzata ben oltre i confini locali, soprattutto per la produzione di arredi urbani in ghisa, come le fontane artistiche marcate “Milano”, i lampioni maestosi da cui si dipartono bracci di 2-3 metri, a Genova. Tra le diverse tipologie di panchine, quelle del parco della “Burcina”, a Pollone.
Nato in Svizzera, a Moudon nel Cantone siderurgico di Vaud – dove il padre Bruno di origine toscana era emigrato da Cossato per fare il fonditore – Gianluigi ha accolto di buon grado la richiesta di realizzare fusioni per i Sardi che vivono a Biella, creando per loro la sagoma della loro Isola sovrapposta dallo stemma dei Quattro Mori. Prima di andare in pensione, oltre alle diverse copie inserite nelle murature delle case biellesi, ha atteso all’esecuzione di una pesante lastra radiante per camino, con destinazione Cagliari.
Salvatorica Oppes
Nell’immagine: Gianluigi Griffoni con le sue “fusioni di Sardegna”