Bandiere a Nuraghe Chervu, 160° compleanno dell’Italia moderna

Biella, area monumentale di Nuraghe Chervu

Mercoledì 17 marzo il Tricolore verrà issato a Biella sui pennoni dell’area monumentale di Nuraghe Chervu per la “Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’inno e della bandiera“: 160° anniversario della proclamazione dell’Unità d’Italia, data che segna il passaggio dal Regno di Sardegna al Regno d’Italia.
Con Legge sarda n. 4671/1861 del 17 marzo 1961, Vittorio Emanuele II proclamò ufficialmente la nascita del Regno d’Italia, assumendone il titolo di re per sé e per i suoi successori, pur mantenendo immutata la numerazione dinastica, a significare la continuità con l’antico Regno sardo.
In forza di ciò, 160 anni fa, il 17 Marzo 1861 lo Stato unificato sotto le insegne del Regno di Sardegna cambiò nome, sostituendo nella nuova denominazione “Sardegna” con “Italia”, divenendo pertanto: “Regno d’Italia”.
Leggi, simboli e istituzioni sarde diventarono italiane, compresa la “Costituzione del Regno di Sardegna”, altrimenti nota come Statuto Albertino promulgato dal Re Carlo Alberto il 4 marzo 1848, esteso il 17 marzo 1861 a tutto il Regno d’Italia e rimasto in vigore nello Stato repubblicano fino al 1° gennaio 1948, sostituito poi dalla Costituzione repubblicana attualmente in vigore.
Nel Regno di Sardegna, il Tricolore carbonaro venne adottato per la prima volta il 26 marzo 1848 durante la Battaglia di Novara, una delle ultime battaglie combattute durante la Prima Guerra d’Indipendenza italiana. Nell’occasione, non disponendo di sufficiente stoffa, “strisce di stoffe colorate” vennero consegnate da S.E. il generale Di Donnaz e issate dal Colonnello Damiani sulle insegne delle cinque divisioni dell’Armata Sarda che attraversavano il Ticino a seguito dell’insurrezione popolare delle Cinque Giornate di Milano.
Successivamente, la stessa Regia Armata, oggetto di operazioni di riunione e di riorganizzazione a partire dagli ultimi mesi del 1859, cambiò denominazione con Nota n. 76 del 4 Maggio 1861 del Ministro della Guerra Manfredo Fanti, il quale rese noto «a tutte la Autorità, Corpi ed Uffici militari che d’ora in poi il Regio Esercito [avrebbe assunto] il nome di Esercito Italiano, rimanendo abolita l’antica denominazione di Armata Sarda».
Di origini sarde ogliastrine è Goffredo Mameli, compositore del testo dell’Inno d’Italia, musicato dal coetaneo Michele Novaro. Patriota, poeta e scrittore, annoverato tra le figure più famose del Risorgimento italiano, Goffredo era nato a Genova il 5 settembre 1827, figlio della marchesa Adelaide Zoagli e Giorgio Mameli, ufficiale della Regia Marina Sarda, battezzato a Cagliari il 24 aprile 1798.

Battista Saiu

Nell’immagine: Biella, area monumentale di Nuraghe Chervu

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