Registrazione della conferenza
Decine e decine di collegamenti da tutte le parti del mondo hanno salutato la Festa del Popolo sardo “Sa Die de sa Sardigna”, organizzata dal Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” di Biella, Città Creativa UNESCO, che, anche così, allarga i confini ben oltre il cortile di casa.
La serata, anticipata di alcune ore rispetto alla data canonica del giorno 28 di aprile, celebra l’orgoglio del Popolo sardo, radicando l’evento nei fatti che, dalla primavera del 1794, infiammarono l’Isola da Cagliari a Sassari attraverso l’insurrezione popolare contro l’oppressione della corte sabauda, i duchi francesi che, dall’agosto del 1720, calzavano la corona dell’antico Regno di Sardegna. Già l’anno prima, nel gennaio del 1793, i Sardi avevano difeso la loro terra e la Corona impedendo alla flotta rivoluzionaria francese di impadronirsi dell’Isola sbarcando a Carloforte e puntando su Cagliari. Nel mese successivo, il valore dei soldati sardi bloccò definitivamente la conquista dell’Isola, ricacciando indietro – caso rimasto unico nell’epopea napoleonica – l’allora giovane luogotenente Napoleone Bonaparte al comando della sua corvetta “Fauvette” ripartita alquanto danneggiata, dopo aver cannoneggiato invano l’isola di Santo Stefano e di La Maddalena. Per questi fatti d’arme, al Maddalenino Domenico Millelire (1761- 1827) venne conferita la Medaglia d’oro della Regia Marina sarda, la prima dell’attuale medagliere della Marina militare della Repubblica Italiana.
Eroismo sardo pagato sempre con sangue e che – anche in questo caso – non trovava riscontro nel conferimento di incarichi civili e militari, che continuavano a essere riservati esclusivamente ai Piemontesi presenti sull’Isola.
In questo contesto di malcontento andava maturando l’insurrezione, mentre il popolo prendeva sempre più coscienza di sé, del proprio valore, della propria storia, sempre gravato dalla prepotenza feudale.
Con il prof. Tito Scarpa di Bolotana in collegamento da Sassari, i Sardi dell’Altrove, che vivono all’ombra del Mucrone, focalizzano l’attenzione su uno degli aspetti presenti nella Legge regionale del 1993 che istituisce “Sa Die de sa Sardigna” invitando Istituzioni e Associazioni sarde in Italia e nel mondo a celebrare la ricorrenza con incontri, dibattiti, concerti, iniziative culturali ed identitarie.
Elementi identitari che trovano riscontro nel libro “Proverbi, modi di dire, usi e tradizioni della Sardegna”, edito dalla Carlo Delfino Editore di Sassari, frutto delle fatiche del prof. Scarpa offerte in anteprima ai fratelli isolani che vivono di là di mari ed oceani e che, con oltre un centinaio di collegamenti da tutto il mondo, si sono stretti accanto all’ultranovantenne “Babbu Mannu”, insegnate e preside, saggio e sapiente studioso appassionato. Opera che vede la prefazione di Quirino Zangrilli, medico Psichiatra, autore di molteplici libri e pubblicazioni scientifiche, ideatore e fondatore della rivista multimediale “Psicoanalisi e Scienza”, docente presso il Corso Triennale di “Specializzazione in Psicoanalisi, Psicoterapia psicoanalitica e Consulenza psicoanalitica” dell’Università di Mosca.
Con collegamenti dalla Russia e dalla Cina, dalle Americhe, dall’Europa e dai Paesi scandinavi dove Sardi risiedono, la Festa introdotta e moderata da Battista Saiu, presidente del Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe”, assume i caratteri della ufficialità anche attraverso la presenza di Alessandra Zedda, 54 anni, cagliaritana, laureata in Economia e Commercio, dirigente regionale, vice presidente della Regione Autonoma della Sardegna, presieduta da Christian Solinas, e Assessore del Lavoro, Formazione Professionale, Cooperazione e Sicurezza Sociale.
Salvatorica Oppes
Nel fermo immagine: Alessandra Zedda, Tito Scarpa, Quirino Zangrilli e Battista Saiu