Da qualche giorno, è possibile individuare e conoscere meglio le piante che compongono il giardino mediterraneo che sorge alle porte orientali della città. Come nei giardini pubblici intitolati al medico, botanico e filantropo Antonio Maurizio Zumaglini, (1804/1865), anche le essenze botaniche presenti nell’area monumentale di Nuraghe Chervu sono state corredate di appositi cartellini che riportano, oltre al nome scientifico in latino e quello in italiano, anche i nomi in sardo e in piemontese. Inaugurate dal sindaco Claudio Corradino in occasione della celebrazione a Biella della terza “Giornata Mondiale delle Api”, le didascalie sono ulteriore contributo didattico di Soroptimist Club Biella, Associazione Apicoltori Biellesi e Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe al mantenimento e alla tutela delle identità della terra di accoglienza e di quella di origine. Ancora ai nostri giorni, composita risulta essere l’origine e la provenienza dell’attuale comunità biellese, da sempre caratterizzata dall’incontro di genti e culture diverse, a volte differenti. Già le prime fonti storiche parlano della presenza nell’antica “Bugella” di Alemanni, Longobardi e Franchi, arrivati – secondo certi studi – dopo Liguri e Salassi.
Ricchezza delle diversità che attraversa secoli e millenni e che trova felice riconferma nella materialità dei supporti di acciaio inossidabile realizzati dal fabbro veneto-biellese Michele Baruffaldi di Cerrione, la grafica apposta sui piccoli leggii dal siciliano Gaetano Paterniti dello studio grafico “Creativa” del pugliese Maurizio Mandelli. Il tutto in perfetta sintonia stilistica con la cartellonistica adottata a Biella nei primi Anni Trenta del Novecento. Simili si ritrovano anche nella Riserva Naturale Speciale Parco Burcina “Felice Piacenza”.
Salvatorica Oppes
Nell’immagine, Gaetano Paterniti