Mercoledì 4 agosto 2021, una delegazione del Gruppo Alpini di Nave e Cortine, consegnerà a Biella la pietra della memoria della cittadina di Nave, nel Bresciano. Sul lato calpestabile della lastra è stato è scolpito, oltre al nome del Comune, il numero 58, corrispondente al numero dei Caduti di Nave durante la Grande Guerra. All’atto della consegna della pietra alla Città di Biella, i rappresentanti dell’Associazione d’Arma visiteranno il Monumento commemorativo di Caduti della Prima Guerra mondiale che è in corso di realizzazione presso l’area monumentale di Nuraghe Chervu, in Corso lago Maggiore. Si tratta di un vasto lastricato composto da pietre provenienti da tutta Italia, ognuna incisa con il nome del paese e il numero dei suoi Caduti.
Inizialmente dedicata ai Caduti Biellesi e alla Brigata Sassari, per celebrare il centenario della fine della guerra, nel corso degli anni, l’iniziativa promossa dal locale Circolo sardo e dall’Amministrazione comunale, è stata estesa a tutti i Comuni italiani, che lentamente, ma con costanza stanno facendo affluire i loro contributi. Quando l’opera sarà terminata Biella potrà vantarsi di avere realizzato il monumento ai Caduti più “partecipato” d’Europa: quasi ottomila “pezzi”, uno per ogni singolo Comune italiano, a ricordare il sacrificio di chi è morto “pro patria” nell’assurda guerra che ha stravolto il pianeta ormai più di cento anni fa. Per non dimenticare.
La lettera di adesione al progetto che il Sindaco di Nave, Tiziano Bertoli, (ritratto nella foto con fascia tricolore, Gonfalone e pietra della memoria) ha fatto pervenire al suo omologo di Biella, Claudio Corradino, è accompagnata da una nota sulla storia del Comune di Nave che si conclude laconicamente con una riflessione che per certi versi potrebbe essere applicata anche al nostro distretto: «la popolazione a inizio novecento è ancora intorno ai 2.500 abitanti e l’attività produttiva prevalente continua ad essere quella agricola, anche se robustamente affiancata dalle manifatture della carta e dalle fucine per la lavorazione del ferro.
Nel secondo dopo guerra si assiste all’esplosivo espandersi della produzione siderurgica, che assume un profilo industriale e richiama sul territorio un flusso migratorio imponente. La popolazione quadruplica in poco tempo, si consegue un livello di benessere economico diffuso e si profilano nel contempo i problemi di urbanizzazione disordinata, di traffico intenso e di inquinamento ambientale che sono tipici della società moderna.
Quella fase di espansione economica, dopo aver profondamente trasformato il paese, è ora terminata. Le grandi acciaierie sono chiuse e ne restano solo alcuni scheletri fatiscenti. La realtà di Nave, pur in presenza di una attività manifatturiera che rimane cospicua anche se rappresentata in prevalenza da aziende di media piccola taglia, è ormai quella di una società post-industriale, il cui sviluppo futuro è difficile da indovinare».
Riccardo Pozzo
Nell’immagine, il sindaco di Nave (Brescia), Tiziano Bertoli