La povertà nella poesia di Nicola Loi per Su Nuraghe di Biella

Bortigali, Nuraghe Carrarzu

Porta il numero 568 la poesia di Nicola Loi di Ortueri inviata al Circolo Culturale Sardo di Biella. Verrà inserita tra i testi del prossimo Laboratorio Linguistico “Eya, emmo, sì: là dove il sì suona, s’emmo e s’eya cantant”, in calendario martedì 28 settembre alle ore 21:00 in Italia, ore 14:00, dall’altra parte dell’oceano.
Appuntamenti mensili che con il Circulo sardo “Antonio Segni” di la Plata (Argentina) per imparare a leggere e scrivere in lingua materna che, con l’avvento della pandemia, scandiscono in versi lo scorrere dei giorni con stille di saggezza.
Assolvendo anche in questo caso quel ruolo proprio della poesia: coscientizzazione e rielaborazione del vissuto soggettivo quotidiano quale specchio dell’anima e della società.
In “Ses poberu/sei povero”, la povertà al centro della lirica di Loi è la mancanza di quel cibo immateriale che affama l’anima, priva di amore, di fierezza e di fantasia, “ca pones a un’ala s’amistade/ perché metti da parte l’amicizia”.
A commento delle immagini poetiche che attingono alla natura recentemente incenerita da devastanti incendi, la bella immagine di Fabrizio BiBi Pinna che ritrae “Nuraghe Carrarzu” di Bortigali (Nuoro), ulteriore contributo dai Sardi di “su disterru”, “dell’emigrazione” biellese per conoscere anche antichi tesori materiali e immateriali che l’Isola custodisce: una lingua ancestrale, la seconda parlata nel Bel Paese dopo l’Italiano e una storia plurimillenaria di cui i nuraghi sono le gigantesche emergenze architettoniche che – ancora inascoltate – interrogano orecchie sorde.

Efisangelo Calaresu


Ses poberu

Ses poberu ca no tenes amore,
Ne fieresa e ne fantasia.
Mai as a bolare che astore,
In sas aèras cun bon’armonia.

Ses poberu mancari cun dinaris,
Ca pones a un’ala s’amistade.
Ses poberu ca no abbarras paris,
Cun sas zenias de s’umanidade.

Ses poberu ca jughes coro fritu,
E ti sicat su sambene in sas venas.
Pro aer’ amigos ses che su granitu,
E restas afligidu in tantas penas.

Ses poberu ca no ses mai tue,
Ca no ses menzus ma nemancu peus.
Ses a un’ala e a pesa-rue,
La tenes cun sos santos e cun Deus.

Ses poberu e contra a sos fiores,
Ne cantigos ne musicalidade.
De sa festa no ischis sos sentores,
Ses cun su gosu in disamistade.

Ses poberu ca sos ojos che serras,
E in cara no miras a fulana.
In soledade ses in cuntierras,
No faeddas cojada ne bajana.

Ses poberu ca sa mama natura,
Cun odiu feu tue l’as catigada.
Sa muntagna piena de friscura,
Ca ses poberu meda l’as brujada.

No ti tenes rispetu ne istima,
De ideales no tenes sinu.
Tue ses poberu oe pius de prima,
Ses pagu dignu de custu giardinu.

Nigolau Loi, su 9 de capidanni 2021

Sei povero

Sei povero perché non hai amore,
Ne’ fierezza né fantasia.
Non volerai mai come un falco,
In buona armonia con l’aere.

Sei povero anche se hai tanti denari,
Perché metti da parte l’amicizia.
Sei povero perché non sei disponibile
Verso i vari tipi di umanità.

Sei povero perché hai il cuore freddo,
E ti si secca il sangue nelle vene.
Come il granito sei duro verso l’ amicizia,
Nelle pene resti afflitto.

Sei povero perché non sei mai te stesso,
Ne’ migliore né peggiore.
Sei da parte e cadi e ricadi,
Te la prendi con i santi e con Dio.

Sei povero e contro la natura,
Non ami i canti e la musica.
Non conosci i sentori della festa,
Sei in inimicizia con le lodi.

Sei povero perché chiudi gli occhi,
Non guardi in faccia nessuno.
Resti in solitudine per caparbietà,
Non rivolgi la parola né a nubili né a maritate.

Sei povero perché madre natura,
Con odio feroce hai calpestato.
La montagna ricca di frescura,
Perché sei povero l’hai ridotta in cenere.

Non hai rispetto né stima di te stesso,
In te non c’è traccia di ideali.
Tu sei povero oggi più di prima,
Non sei degno di questo giardino.

Nicola Loi, 9 settembre 2021


Nell’immagine, Bortigali (Nuoro) Nuraghe “Carrarzu”. Sardegna, museo a cielo aperto, i nuraghi candidati a diventare patrimonio UNESCO (foto di Fabrizio BiBi Pinna).

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