Maggio 2022, una parola sarda al mese: “F” come “Fadda”

descrizioneRadici e semantica delle parole sarde, rivisitate mediante i dizionari delle lingue mediterranee (lingue semitiche, lingue classiche). Laboratorio linguistico, di storia e di cultura sarda a Biella

FADA, FADDA cognome sardo nonché nome comune. In origine i cognomi furono esclusivamente nomi personali, e derivarono in massa dai nomi comuni. Questo fatto è ovvio. Infatti si sono sempre attribuiti ai figli i nomi più belli che la natura o l’ambiente socio-economico potessero evocare. Così fu in tutto il mondo. Al riguardo non deve trarre in inganno la tradizione – anch’essa planetaria – di attribuire ad ogni maschio un soprannome il quale, pur non rasentando l’oscenità, marcava tuttavia certe caratteristiche fisiche dell’individuo, oppure le attitudini, le trame, le follie. Ad esempio, ad Austis c’è ancora una famiglia soprannominata Piccasoddu(letteralmente, ‘che incide monete’), soprannome che si tramanda evidentemente dal ‘600, allorché l’esoso ed indecente dominio degli Spagnoli immiserì gravemente l’Isola e costrinse parecchi coraggiosi a battere moneta in clandestinità. Ma non sono rari i soprannomi come Settibokki ‘golosone’, o Piscia-a-middài ‘piscia a metà’ riferito ad uno sofferente di prostata.

La tradizione del soprannome (affine ma non identica alla tradizione dell’ingiùgliu, che è il motteggio insolente canticchiato dai pelandroni perdigiorno) è legata indissolubilmente all’arcaica tradizione – di sicura origine paleolitica – di attribuire al nuovo nato due nomi. Il vero nome doveva rimanere segreto, poiché si credeva che la sua evocazione potesse far morire l’individuo (Frazer). Quindi si apponeva al figlio un secondo nome il quale, in forza della sua pubblicità, era soggetto all’uso e al travisamento più libero (o licenzioso) da parte della società, la quale si arrogava il diritto di renderlo – come dicevamo – persino sarcastico.

In origini il nome personale Fada significò ‘fata, incantatrice’, ed era ovviamente attribuito alle donne. M.L. Wagner, manco a dirlo, deriva questo nome dal lat. fata, che è di origine popolare ed a sua volta si suppone da fātum ‘fato, ciò che è stato decretato, sentenziato’ dal destino. Sorvolando sulle inaccettabili etimologie dell’Ernout-Meillet, possiamo dimostrare scientificamente che il lat. fātum ha base nell’accadico awātum ‘spoken word, formula, command, order, decision’ referring to gods, to the power of the divine word, legal case; referring to the oracles’. Però è proprio quest’etimo di fātum a rendere impossibile che il tardo-lat. fata e il sd. fadaabbiano origine da fātum. Invece è molto più congruo ammettere che i vocaboli sardo e latino abbiano base nell’accadico pādû(m) ‘(demone) indulgente’. A quest’etimo si giunge docilmente se pensiamo alla natura che la tradizione europea ha sempre attribuito alle fate.

Il cognome Fadda è documentato nel codice di Sorres 33 esclusivamente come Fada. Eliezer Ben David, che studiò a fondo i cognomi della Sardegna al fine di evidenziarne il filone ebraico, confronta Fadda con l’ebr. Fadai, dal corrisp. arabo che significa ‘metallo’. Considerando che quasi ogni cognome è un nome personale risalente alla più alta antichità – persino a 10.000 anni fa – va da sé che l’etimologia di EBD è seducente, anzi del tutto congrua, poiché i metalli al loro primo apparire erano considerati prodotti pressoché miracolosi; talché il lat. metallum deriva direttamente dall’ant. babilonese madallu ‘pietra preziosa’ (e possiamo notare che pure questo epiteto è perfettamente adatto ad un poetico nome muliebre).

Ultima osservazione: l’esistenza in Sardegna di cognomi ebraici primari, ossia introdotti tali e quali da un ebreo fin dai tempi del re Salomone, è ampia e documentata con metodo scientifico. Possiamo sostenere con sufficiente sicurezza che i cognomi ebraici della Sardegna rasentano il 20% del totale. Per la discussione al riguardo vedi Salvatore Dedola, I Cognomi della Sardegna, seconda edizione, Grafica del Parteolla, 2022.

Salvatore Dedola, glottologo-semitista

Nell’immagine: l’incipit, “F”, in Giampaolo Mele (a cura di), Die ac Nocte. I Codici Liturgici di Oristano dal Giudicato di Arborea all’età spagnola (secoli XI-XVII), Cagliari: AMD Edizioni, 2009

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