“Quattro Mori” esposti a Biella per “Sa Die de sa Sardigna”

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Ogni popolo celebra la sua festa nazionale. “Sa Die de sa Sardigna”, “Il Giorno della Sardegna”, è la festa del Popolo sardo, popolarmente nota come “sa die de s’acciappa”, la storica “acchiappata”, che rimanda alla pacifica cacciata del 28 aprile 1794 del viceré Vincenzo Balbiano (1729 – 1799), “su visurrey baiocu”, “il viceré orbo”, imperioso e taciturno, e di scarsa visione politica.

Quel giorno, venne imbarcato con la sua corte a Cagliari su tre navi appositamente noleggiate: una veneziana, dove prese posto il viceré, con le ingenti personali masserizie trasportate da una ventina di carri a buoi; una ragusea ed una spagnola, per il resto di funzionari, militari e altri forestieri.

Istituita con Legge n. 44 (14 settembre 1993) della Regione Autonoma della Sardegna, “Sa Die” viene celebrata anche oltre i confini dell’Isola, in quei luoghi in cui abitano comunità di emigrati sardi.

Così a Biella, dove il simbolo dei “Quattro Mori” è scolpito sul marmo permanentemente osteso ad Oropa, senza interruzione di continuità da oltre trecento anni: i “Quattro Mori” compaiono nell’inquartato dello stemma che sormonta lo scalone progettato da Filippo Juvarra (1678-1736); fa capolino nelle carte ufficiali di Biella da quell’8 agosto 1720, da quando i duchi di Savoia, principi di Piemonte, divennero re dell’antico Regno di Sardegna.

Familiarità di uno dei simboli identitari più noti al mondo che, a Biella, oltre che su pietra e su antichi documenti, viene oggidì esposto alle finestre dei sardo-biellesi per la Festa nazionale sarda; ma non solo: viene issato a fianco del Tricolore, oggi repubblicano, nell’area monumentale di “Nuraghe Chervu”; è altresì portato con orgoglio sul cuore dagli atleti di “Su Nuraghe Calcio Biella”, che il prossimo venerdì 20 maggio alle ore 20:00, presso il centro sportivo “Sportec – Sportec center” di Gaglianico, giocheranno la finale del Campionato provinciale di calcio a 7.

Battista Saiu

Nell’immagine, mosaico di bandiere sarde esposte a Biella per “Sa Die de sa Sardigna”.

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