Lo scorso fine settimana si è svolta a Biella la cerimonia di inaugurazione delle pietre di memoria provenienti dai comuni italiani – l’evento è stato preceduto sabato 19 novembre dal concerto benefico della Banda della Brigata “Sassari” – Domenica 20 novembre, “Santa Missa Cantada” in Limba sarda con il Vescovo di Biella, Roberto Farinella, presieduta dal Cardinale Arrigo Miglio – Presenti il prefetto di Biella, Franca Tancredi, il sottosegretario alla Giustizia, On. Andrea del Mastro Delle Vedove, il Presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Stefano Allasia, il Colonnello Giuseppe Levato a rappresentare il Comandante della Brigata “Sassari”, Generale Giuseppe Bossa, il Sindaco di Biella, Claudio Corradino e le massime autorità locali civili e militari.
La lingua italiana, nell’uso delle forme verbali, impiega una grande quantità di tempi passati (12), molto più numerosi dei presenti (7) e dei due soli futuri, di cui uno è anche anteriore.
Tre esempi.
Il primo verbo della Commedia è “…mi ritrovai…”; “…sempre caro mi fu…”, Leopardi, L’Infinito; lapidario Manzoni, “Ei fu.”, Il cinque maggio.
La lingua italiana è costruita per esprimere il passato.
A sua volta, la Ragione, pensa, organizza, analizza, costruisce solo su ciò che conosce, su ciò che sa: e questo può essere solo ciò che è già avvenuto. Il passato.
Così facendo, la Ragione erige un bastione, un limite, all’interno del quale noi viviamo. Il limite dà certezza, rassicura gli esseri umani che vivono al riparo di esso. Il limite è sapere e conoscenza.
Ma, in questo dire, emerge che noi siamo il passato.
Qui, nell’area monumentale di Nuraghe Chervu, il termine monumento balza alla mente, si impone all’attenzione. La radice della parola sta nel verbo latino monere, ed ha il senso profondo di ricordare, ma anche di ammonire. E’ un monito a rammentare la coscienza del passato, la consapevolezza del nostro sapere.
E’ un dovere morale, un imperativo etico che ci porta a costruire sul passato, a costruire il futuro e per il futuro.
Questo è il progetto che l’imperativo etico ci impone di mettere in atto. Il termine stesso, pro-getto, indica qualcosa che “è gettato in avanti”, verso il futuro che la conoscenza e memoria del passato, sole, ci consentono di costruire.
Quella che siamo chiamati ad erigere sulla memoria è una Via; una Via che deve portare alla pace, alla composizione dei conflitti, all’armonia delle contrapposizioni – che, sole, consentono un confronto virtuoso -, alla serenità, alla sicurezza.
Costruiamo, dunque, per il futuro percorrendo questa Via: percorrendola tutti insieme, avanti tutti uniti.
L’attività del Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” di Biella si proietta verso il futuro, radicata nel passato.
Un passato di pietre mute, ma che parlano come quelle dei nuraghi o quelle più recenti di Nuraghe Chervu provenienti dai comuni italiani.
Per finire, una suggestione, niente di più. I Comuni italiani sono circa ottomila e circa ottomila sono i nuraghi in Sardegna…
Niente più di una suggestione!
Piuttosto, come ben recita il motto della Brigata “Sassari”, Avanti, Forza Paris!
Roberto Perinu
Nell’immagine, Biella, “Nuraghe Chervu”, bambine benedicenti pietre di memoria