Al centro immagini delle pietre di memoria dei Comuni italiani presenti nell’area monumentale di “Nuraghe Chervu”, sulle quali è inciso località e numero dei Caduti della Prima Guerra Mondiale, nota anche come la IV Guerra di Indipendenza
Dalla Regia Armata Sarda all’Esercito Italiano
L’aggettivo “sardo” accompagnò la denominazione di atti e istituzioni degli Stati Sabaudi sin dal 1720. In primis, la Regia Armata Sarda, l’esercito di terra, protagonista della I Guerra d’Indipendenza, celebrata da diversi monumenti. Tra questi, in piazza Castello a Torino, davanti a Palazzo Madama, la scultura all’Alfiere Sardo, opera dell’artista Vincenzo Vela. Innalzata sin dal 1859, fu offerta al Comune del capoluogo subalpino dai fuoriusciti milanesi a memoria del sacrificio e delle imprese gloriose e sfortunate del 1848.
Dopo la II Guerra d’Indipendenza e l’epopea garibaldina nel Sud della Penisola, il 17 Marzo 1861, il nuovo Stato unificato acquisì il nome di “Regno d’Italia”, in cui la dicitura “di Sardegna” si mutò in “d’Italia”. Con la Legge n. 4671/1861 del Regno di Sardegna, infatti, Vittorio Emanuele II proclamò ufficialmente la nascita del Regno d’Italia, assumendone il titolo di re per sé e per i suoi successori e mantenendo la stessa numerazione dinastica, a significare, anche nel suo titolo regio, la continuità con l’antico Regno. La stessa Regia Armata, oggetto di operazioni di riunione e di riorganizzazione a partire dagli ultimi mesi del 1859, cambiò denominazione con Nota n. 76 del 4 Maggio 1861 del Ministro della Guerra Manfredo Fanti, il quale rese noto «a tutte la Autorità, Corpi ed Uffici militari che d’ora in poi il Regio Esercito dovrà prendere il nome di Esercito Italiano, rimanendo abolita l’antica denominazione di Armata Sarda».
Gianni Cilloco
Nell’immagine, Biella, area monumentale “Nuraghe Chervu”, mosaico di pietre provenienti dai Comuni italiani