“Our stories of migration” e i nuovi “matoich bieleis”, ragazzi biellesi

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Martedì 16 maggio 2023, studenti in visita al Museo delle “Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli” di Pettinengo – Storie di migrazione interna, dal Maghreb e dall’America latina, studiate a scuola.

Gli studenti della classe 1a L dell’Istituto Tecnico Industriale Statale ITIS “Quintino Sella” di Biella, come attività propedeutica alla visita d’istruzione al “Museo delle Migrazioni” di Pettinengo – prevista per il 16 di maggio 2023, hanno sviluppato un progetto multidisciplinare, intitolato “Our stories of migration”.

Le materie e gli insegnanti coinvolti sono: Sostegno (Antonio Amelio), Diritto ed Economia (Elisa Lombardo), Italiano e Storia (Giuseppe Fiorino) e Lingua inglese (Matteo Rebuffa).

Il lavoro, svolto durante i mesi di marzo e di aprile, ha affrontato diversi temi, articolati nelle rispettive materie, privilegiando un approccio interdisciplinare in progress ed attingendo a fonti scritte, multimediali e orali.

La classe ha una composizione variegata e multietnica: alcuni allievi hanno radici lontane dal territorio italico – Maghreb, America – altri dal territorio biellese – Calabria, Sardegna, Sicilia e Veneto. Tutti portano con sé non solo il sapore, il profumo e il colore delle loro origini, ma anche il radicamento sul territorio: in ultima analisi, si sentono “dj matoich bieleis”, dei ragazzi biellesi.

L’incipit, la visione di uno spezzone del film “Riso Amaro”, del regista G. De Santis (1949), che affronta il tema delle mondine e la conseguente migrazione lavorativa stagionale. Il progetto è proseguito passando per le work song degli schiavi africani in America fino ad arrivare al gospel. La parola diventa musica per ritmare e alleviare la fatica del duro lavoro, creando un’unità identitaria.

Le lezioni sono state pensate come piccoli laboratori (cooperative learning e role playing). Il materiale finale prodotto, che verrà consegnato agli archivi del Museo di Pettinengo come testimonianza del patrimonio biellese riguardante la migrazione, consta di:

  • “passaporto del migrante”, con un albero genealogico; la foto dell’oggetto scelto come testimone della migrazione familiare; la storia del medesimo; la traduzione in lingua inglese.
  • un breve video contenente foto, filmati ed interviste fatte a familiari e parenti.

Andare alla ricerca delle proprie radici è stata una bella ri-scoperta – afferma Antonio Amelio – che ha permesso a ognuno di noi origini diverse, frutto di tante e passate migrazioni. Se conosci la tua story – aggiunge Matteo Rebuffa – sai da dove vieni. Questa è la grande history dell’umanità”.

Simmaco Cabiddu

Nell’immagine, un momento in classe con frame del film “Riso Amaro”.

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