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Sabato 15 febbraio 2025, con inizio alle ore 19:30, gran favata di “Su Nuraghe”: entra nel vivo il Carnevale dei Sardi di Biella.
Invito a tavola con il piatto ricco della cucina povera contadina. Radicato nella storia plurimillenaria isolana, il consumo di fave e fagioli – coltivazione associata allo sviluppo della cultura antica quanto quella del grano – è stato fondamentale per molte popolazioni dell’area mediterranea e, in tempi preistorici, anche per quei popoli montani che abitavano la zona a Nord delle Alpi.
Nell’antico Egitto, fave e fagioli venivano giudicati impuri per il loro effetto flatulento e afrodisiaco. Anche presso i sacerdoti romani era vietato ogni contatto con essi, in quanto si riteneva che i loro fiori contenessero le “lettere del lutto” e fossero custodi, secondo gli insegnamenti di Pitagora, delle anime dei defunti. Originariamente, i preparati a base di legumi venivano offerti e consumati sulla tomba dei trapassati il 21 febbraio, al termine di un periodo di purificazione, che iniziava il 13 febbraio, quando gli spiriti dei morti potevano visitare il mondo dei vivi.
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