Il Museo delle Migrazioni di Pettinengo propone una speciale iniziativa per chi visita almeno tre musei aderenti alla Rete Museale Biellese. Presentando la cartolina della Rete con i timbri, ottenuti visitando almeno tre tra i musei aderenti, sarà possibile ricevere in omaggio un libro.
Due i testi disponibili: il primo di Lelia Zangrossi è intitolato “Da terra di emigrati a terra di immigrazione – la Mosso di don Debernardi e di don Motta (1913-1968)”. Il testo fa parte di una serie di sei monografie del progetto “MoxuM – memoria e immagini” e identifica il paese di Mosso come un luogo che nel passato è stato caratterizzato da una forte emigrazione e che con il trascorrere dei decenni, diviene meta di una massiccia immigrazione interna. Il periodo che viene preso in considerazione in questo studio, è relativo agli anni 1916-1968. Il testo presenta una veduta d’insieme della Mosso di quegli anni, sia dal punto di vista economico che sociale. Tenendo conto però che è nella seconda metà del 1800 dove si assiste alla partenza di centinaia e centinaia di mossesi per l’America e per altre destinazioni alla ricerca di un futuro migliore, fino agli anni venti in cui il fenomeno diminuisce fino a scomparire e a sostituirsi con un’immigrazione interna proveniente, inizialmente, dal Veneto. I documenti d’archivio ed altre fonti scritte hanno permesso di conoscere i nominativi, le mete, le professioni ed anche alcune storie, da proporre quali casi emblematici. Riguardo all’immigrazione veneta, che ebbe inizio negli anni venti del Novecento e continuò fino ai primi anni sessanta, è stato possibile raccogliere numerose testimonianze che hanno permesso di inquadrare meglio il fenomeno, conoscere i luoghi d’origine e la situazione sociale dei nuovi mossesi. Un apparato iconografico preciso e uno studio statistico completano l’analisi di questo spaccato di storia di un antico comune Biellese.