Sardi a Roma al Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari

Gli italiani dell'altrove

Gli italiani dell’altrove: Sardi – Incontro con le minoranze linguistiche storiche d’Italia – Venerdì 10 febbraio 2017, alle 10.00 – Sala Convegni Diego Carpitella

Programma della giornata

Il progetto Gli Italiani dell’Altrove testimonia la particolare attenzione che il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo attraverso le sue strutture specialistiche, l’Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia e il Museo delle Civiltà – Museo nazionale delle arti e tradizioni popolari, dedica alla tutela e alla valorizzazione del Patrimonio Culturale Immateriale.
In Italia sono riconosciute dodici Minoranze Linguistiche Storiche, ovvero culture di lingua non italiana, che, nel corso della storia, si sono variamente insediate e integrate sul territorio nazionale, fino a diventare una parte essenziale della nostra complessiva identità di italiani.
Gli Italiani dell’Altrove vuole contribuire a mettere in luce la realtà storica e contemporanea delle Minoranze Linguistiche d’Italia, con il loro patrimonio culturale immateriale. In particolare s’intende richiamare l’esperienza storica condivisa di accoglienza e integrazione, ma anche di conservazione dell’identità.
Il progetto ha coinvolto dal 2012 Arbëreshë, Croati del Molise, Occitani, Sloveni, Friulani e Greci di Puglia e Calabria. Questo, l’appuntamento dedicato ai Sardi.

Porte e cuore aperto dei Sardi per il gran torneo di scala quaranta

gruppo di partecipanti al Gran Torneo di carte a scala quaranta

Immagini della serata

Trapuntata di diverse tappe, continua la lunga marcia di avvicinamento verso i giorni finali di carnevale. Tra queste, il Gran torneo di carte a scala quaranta, svoltosi lo scorso fine settimana nelle sale di Su Nuraghe.
Per l’occasione i tavoli sono stati vestiti a festa con i tradizionali tappeti verdi, per permettere anche attraverso il cromatismo di entrare nel clima della serata.
Atto libero per eccellenza, il gioco permette di relazionarsi e di conoscere l’altro, interrompendo fatiche e preoccupazioni quotidiane. D’altronde si sa, vincitore del gioco non è solo chi arriva primo ma, soprattutto, chi si diverte di più; momento scelto e condiviso, esteso anche agli associati dei circoli Acli, Arci e dopolavoristici presenti sul territorio. Ancora una volta, le porte della casa dei Sardi si sono spalancate per accogliere fraternamente i graditi ospiti. Per tutti, il ricco buffet offerto dalla generosità dei soci. Tra le prelibatezze, facevano bella mostra di sé i “para frittus”, frati fritti, dolci tipici del carnevale isolano, preparati e donati da Antonietta.
L’edizione 2017 del Gran torneo incorona vincitori Nerio Pavani, Ade Ferrari, Alberto Montalto e Anna Premoli. A loro sono state consegnate medaglie con riprodotti i semi delle carte e cesti ricolmi di prodotti dell’enogastronomia isolana.
La festa continua sabato 11 febbraio con la Gran favata. Info e prenotazioni fino ad esaurimento posti: 01534638.

Giovanni Usai

Isola di pietra e terra di “picapere” migranti tra monti e mare

selciatori biellesi al lavoro nelle contrade d'Europa

Mese di Febbraio. Su Calendariu 2017 è il messaggio, tangibile e visivo, attraverso il quale la Comunità dei Sardi di Biella vuole fornire il proprio contributo alla memoria quale elemento fondamentale per la consapevolezza nell’affrontare il presente e costruire il domani.

L’Alto Biellese per secoli è stato terra di picapere, di esperti nella lavorazione della roccia, in particolare analogia con la Sardegna, dapprima culla della civiltà dei nuraghi costruiti a secco e di tradizione metallurgica nel Mediterraneo. Dalla Valle Cervo, per secoli, maestri da muro e scalpellini emigrarono stagionalmente per lavoro, seguiti poi, alla fine del XIX Secolo, da operai specializzati, impresari edili e tecnici civili, esportando con sé il proprio ricercato know-how. Costoro portarono la propria opera dapprima nel limitrofo Piemonte, oltre confine e poi al di là del mare, nel resto del mondo come in Sardegna, come testimoniano gli archivi sulla costruzione dell’arteria Carlo Felice. Alcune famiglie sarde di tagliapietre, in direzione inversa, emigrarono dall’Isola verso la Bürsch tra ‘700 ed ‘800, come gli Zedda, il cui nome riecheggia ancora in una frazione della zona. Diversi gli alti esponenti biellesi di questa “propensione” alle rocce ed ai minerali: Alberto Ferrero della Marmora, esploratore innamorato di Sardegna, fu studioso con forti interessi geologici e paleontologici, commemorato nella Basilica biellese di San Sebastiano da un busto in marmo posto su lastre di melafiro; monumento celebrativo, quest’ultimo, realizzato grazie ad un altro biellese studioso di geologia e mineralogia, Quintino Sella, autore di una pregevole relazione d’inchiesta parlamentare sulle miniere isolane e di una relativa Carta Geologica di Sardegna nel post Unità. E, non ultimo, Vittorio Besso, fotografo dell’allora sviluppo industriale-minerario sull’Isola.

Gianni Cilloco

Nell’immagine: selciatori biellesi al lavoro nelle contrade d’Europa.

Favata sarda a Biella, controcanto culinario alle fagiolate alpine

Cucinieri di Su Nuraghe, favata

Sabato 11 febbraio 2017, alle ore 20, il Carnevale del Circolo Su Nuraghe entra nel vivo con la Gran favata, piatto ricco della cucina povera contadina. Appuntamento tradizionale della cultura europea che si ripete ai piedi delle Alpi, tramandato dalla numerosa comunità isolana di Biella. La favata sarda sarebbe il controcanto culinario alle “moderne” fagiolate biellesi che affonda le sue origine nella notte dei tempi.
A partire dal XVI secolo i fagioli sostituiscono le fave. Originari dell’America meridionale, dopo la scoperta del nuovo mondo, i fagioli vennero introdotti in Europa da Spagnoli e Portoghesi. Greci e Romani, infatti, conoscevano solo i piccoli fagioli dall’occhio originari dell’Asia e dell’Africa. Le fave erano l’ingrediente di tutto rispetto presente nella cucina domestica e in quella rituale, associata al rinascere della natura e al culto dei morti. Sostituite dai fagioli nella pregiata varietà detta di Saluggia, le fave permangono a Biella solo in alcuni modi di dire. Anche quest’anno, però, sarà ancora possibile gustarle dal vivo. Su Nuraghe le riproporrà in una delle mille varianti tramandate di madre in figlia.Continua a leggere →

Biella, Ostia e Roma: Sardi nel progetto “Gli Italiani dell’Altrove”

Gli Italiani dell'AltroveVenerdì 10 febbraio, dalle ore 10, a Roma, presso la Sala Convegni “Diego Carpitella” (piazza Guglielmo Marconi, 8), appuntamento con “Gli Italiani dell’Altrove, Sardi”, progetto del MiBACT, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, con al centro le dodici minoranze storiche, etnie di lingua non italiana presenti sul territorio nazionale.
Il progetto iniziato nel 2012, coordinato da BIA, Beni Immateriali e Archivistici di Milano, è stato dedicato ad altrettante Minoranze Linguistiche Storiche: Arbëreshë (6 dicembre 2012), Croati del Molise (28 maggio 2013), Occitani (14 novembre 2013), Sloveni (18 maggio 2015) e Friulani (19 maggio 2015), Greci di Puglia e Calabria (20 novembre 2015).
Nel 2017 continua con Sardi (10 febbraio), Francoprovenzali Vallée d’Aoste (10 marzo) e Ladini (18 marzo).
Per presentare i Sardi è stato chiamato Su Nuraghe di Biella che nell’evento romano ha coinvolto i Circoli di Roma e di Ostia, attraverso la FASI, la Federazione delle Associazioni Sarde in Italia.
Il progetto “Gli Italiani dell’Altrove” vuole contribuire a mettere in luce la realtà storica e contemporanea delle Minoranze Linguistiche Storiche d’Italia, con il loro peculiare patrimonio culturale immateriale. In particolare, si intende richiamare l’esperienza storica condivisa di accoglienza e integrazione, ma anche di conservazione dell’identità di “altri” che rappresentano un “altrove”, senza dimenticare l’attualità del tema dell’immigrazione nel nostro Paese.Continua a leggere →