Domenica scorsa, a Biella, presso l’area monumentale di Nuraghe Chervu si è svolta la celebrazione della Festa delle Bandiere della Brigata “Sassari”. Puntualissimo, un breve corteo ha fatto ingresso nel piazzale antistante il monumento che ricorda i Caduti sardi e i Caduti biellesi della Grande Guerra. In testa la corona di alloro portata da alfieri con le cravatte biancho-rosso, seguita dalle bandiera del Nucleo biellese della “Sassari” intitolato al “Capitano Emilio Lussu”, guidato dal Responsabile Fiduciario Francesco Fosci. Al fianco il labaro dell’Istituto del Nastro Azzurro, Federazione di Biella con il presidente Tomaso Vialardi di Sandigliano. A seguire i labari delle Associazioni combattentistiche e d’Arma presenti in Città.
Tra le autorità, il Comune di Biella nella persona del consigliere Greta Cogotti, la senatrice Nicoletta Favero e le rappresentanze di Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia di Stato.Continua a leggere →
Una parola sarda al mese: B come BABBAY
BABBU. Questo termine pansardo significa ‘padre’ ed ha l’eguale soltanto nel toscano: babbo, voce tosca d’origine sarda.
Babbu indica pure il Padre Eterno. Nelle carte medievali (CSP 15, 262; CSNT 15,63; CSMB 33) prevaleva patre per designare il proprio padre, almeno nelle donazioni ufficiali dei Giudici, i quali evidentemente, nell’aulicità delle scritture, tolleravano che i preti-amanuensi (di cultura latina) forzassero certi vocaboli sardi ad esiti còlti (latineggianti).
Oggi si è tornati a dire babbu sia per il Padreterno sia per il padre carnale. La stessa attualità notiamo per babbáy, e la Sardegna appare quasi divisa in due: da una parte si dice babbu, dall’altra babbáy; altrove la gente alterna indifferentemente i due vocaboli.
Babbu è pure parola accadica (come vedremo), ma babbay è il vocabolo primario dei Sardi fin dal primo balbettìo del linguaggio (almeno da 100.000 anni). Per la sua importanza, viene esteso anche a nominare gli uomini vecchi, i preti, i medici.
BABBAY affonda nella Lingua-Madre-Mediterranea, è la maschilizzazione del sumerico Babay o Baba, che indicava la Gran Madre Creatrice dell’Universo (omologa all’Astarte fenicia). Anche nella mitologia baltica c’è la dea Baba Yaga, che gli antropologi ricordano essere l’antichissima dea slava della morte e della rigenerazione. I linguisti di quell’area sostengono che l’etimo slavo baba significa ‘nonna’, ‘donna’, ‘pellicano’. Quest’ultimo etimo si lega alla natura aviaria di Baba Yaga, paragonabile all’archetipo della dea-avvoltoio o della dea-civetta della preistoria europea (e mesopotamica), che personifica la morte e la rigenerazione (Gimbutas 281).Continua a leggere →
Torneo di carte “a scala quaranta” al Circolo Su Nuraghe di Biella
Sabato 4 febbraio 2017, dalle ore 20.30, in via Galileo Galilei, 11, a Biella, nelle sale di Su Nuraghe, si disputerà il Gran Torneo di carte a “scala quaranta”.
Il lungo Carnevale di quest’anno permette lo svolgimento di molteplici momenti di incontro. Tra questi, il gioco delle carte favorisce relazioni e maggiore conoscenza tra associati. Un modo semplice e familiare per rafforzare partecipazione e rapporti di cooperazione concreta tra singoli, Enti ed Associati, superando differenze di cortile, valorizzando le diversità proprie di ogni singola realtà.
Alla serata sono invitati a partecipare gli affiliati ad altre Associazioni biellesi aderenti ai Circoli Arci ed Acli presenti nel territorio per disputare la simpatica gara in amichevole serenità, accolti in un ambiente ospitale.
Medaglie e cesti ricolmi di prodotti dell’enogastronomia isolana verranno consegnati ai vincitori. Per tutti i presenti, il gustoso cumbidu, il rinfresco preparato e offerto dai Soci a tutti i presenti.
Le iscrizioni si raccolgono direttamente al Circolo Su Nuraghe, a partire dalle ore 20,30.
Info e contatti: 01534638.
Giovanni Usai
Incontri mensili in lingua sarda a Biella: cantzoneddas po is pipius
Parlare in Lingua sarda a Biella – laboratorio linguistico – incontri mensili – prossimo appuntamento martedì 31 gennaio 2017, ore 21, partecipazione libera a tutti, anche per chi non è o non parla sardo ma conosce ed usa la lingua materna anche diversa dal sardo – coordina Biagio Picciau
Is mamas e is aiaius custùmant a jogai cun is pipius cun cantzoneddas o contixeddus chi bosatrus eis a arregordai. Setzius in coa o in sa cadiredda bascia e, a nosu, si praxiat meda. Oi, circu de mid’arregordai calencu ma seu siguru ca bosatrus nd’eis arregordai prus de mei.
Custa cantzonedda s’arresat pighendi sa manu de su pipiu e tirendidd’ is didus, partendi de su didu mannu: Custu est su procu / custu dd’at mortu / custu dd’at cotu / custu si dd’est papau / e a Piticheddu no ndi dd’ant donau poita at iscoviau. E si tirat prus a forti su didu piticu.
Candu s’agatat una babaiola, cretia po portai fortuna: Babbaiola babbaiola, piga su libru e bai a iscola, babbaiola babbaiola piga su libru e bai a Casteddu, portamì aneddu bellu, un aneddu po mi coiai, babbaiola pesa a bolai.
Tenendi in is manus unu sitzigorru e tochendiddi is corrus, una borta s’unu e una borta s’atru, de manera chi si cuinti: Sitzigorru sitzigorru, boga papu e boga corru, boga corru e boga papu, si non bessis ti nci papu.
Po cust’atru giogu si fiat setzi su pipiu a cuaddeddu in is ginugus e apoderendiddu is manus si spingiat faci a basciu cumenti una santzainedda, sempri prus allestru: Serra serra palas a terra, palas a muru. Su topi in su muru, muru su topi, totu sa noti, totu sa dì fai su letu e corcadì.Continua a leggere →
Università Popolare di Biella, seminare il buon nome di Sardegna
Nei giorni scorsi, a Biella, al Chiostro di San Sebastiano, si è svolto il secondo incontro con Roberto Perinu. Appuntamenti inseriti nel piano dell’offerta formativa dell’Università Popolare di Biella. Tema delle conversazioni: “Ricordi e sensazioni, sapori, memorie dell’Isola”. Percorso della vita vissuta tra la terra di origine e quella di adozione. Viaggi con cuore sardo e occhio “continentale” che colgono e ritraggono l’Isola dell’anima.
“L’aria è limpida e frizzante, il sole, nonostante la stagione avanzata, ancora assai caldo. – Racconta Perinu attraverso la voce di Gianfranco Pavetto, anch’egli dell’Università Popolare – Non ricordavo Nuoro così vivace e trafficata. La memoria mi diceva una cittadina tranquilla, con scarso movimento d’auto: invece… sembra d’essere in continente… Seguendo indicazioni “all’italiana”, che scompaiono quando più servirebbero, riesco a trovare la tomba di Grazia Deledda…“.Continua a leggere →