
Lo scorso mese di Settembre si è tenuta a Torino la VI Edizione di «Torino Spiritualità», festival socio-filosofico dedicato, quest’anno, al tema «Gratis. Il fascino delle nostre mani vuote». Un’occasione per riflettere sui diversi significati del dono, del gesto gratuito, delle azioni che non aspettano nulla in cambio. Varie sono le motivazioni che hanno spinto gli organizzatori alla scelta di tale argomento e diverse sono le riflessioni che ne possono derivare.
La socialità contemporanea risulta essere soggetta al fenomeno della «scomparsa dell’altro», all’interno di un contesto dinamico di rapidi cambiamenti e di realtà virtuale ed elettronica1. Luigi Zoja, psicoanalista e scrittore di fama internazionale, in un suo intervento, ha evidenziato un calo della solidarietà nella società occidentale, anche a causa della tecnologia: sebbene l’uomo abbia per natura bisogno di relazioni, infatti, oggi la ricerca di rapporti umani si canalizza attraverso la tecnologia e, ovviamente, così facendo, si perde il contatto diretto con le persone2.
Tale fenomeno ci riconduce al problema della felicità oggi. Le sintetiche analisi sopra menzionate, infatti, evidenziano come nel mondo contemporaneo domini una falsa idea di compagnia nella rete, la quale, in fin dei conti, attraverso una molteplicità di contatti elettronici, finisce per sostanziarsi in una sorta di solitudine e di indifferenza mascherate. In un certo senso, alla luce di ciò, nel mondo del benessere materiale potrebbero ben riecheggiare come attuali gli strali del rimprovero che Friedrich Nietzsche rivolgeva ai cristiani oltre un secolo fa: «dovrebbero cantarmi canti migliori perché io impari a credere al loro redentore: più gioiosi dovrebbero sembrarmi i suoi discepoli!3».Continua a leggere →