Atleti di Su Nuraghe, il fascino del territorio alpino

Gran Premio Ronco Castello di Zumaglia: un momento della partenza della passata edizione
Gran Premio Ronco Castello di Zumaglia: un momento della partenza della passata edizione.

Sabato 1° maggio, alle ore 9,30, prenderà il via la XIX Edizione del Gran Premio Ronco Castello di Zumaglia, la tradizionale corsa non competitiva di km 6 che attraverserà il territorio dei Comuni di Ronco e Zumaglia. Arrivo, premiazione e rinfresco nel cortile della Cascina Alè, al centro del parco del “Bric” di Zumaglia.
La manifestazione è organizzata dalla Sezione sportiva del Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe di Biella, in collaborazione dell’A.S. Gaglianico 1974, con il patrocinio del Comune di Ronco Biellese, della Comunità della Bassa Valle Cervo, con l’approvazione Fidal Biella-Vercelli. Responsabili della Sezione sportiva: Mario Secci e Roberto Cestariolli (015 29942 -3405044630).
Da diciannove anni, nel Biellese, la gara sportiva organizzata da Su Nuraghe è il primo appuntamento del mese di Maggio ed apre le porte all’intensificarsi dell’attività agonistica coinvolgendo atleti di quasi tutte le Società sportive del territorio. Il Calendario del Comitato Provinciale Biella-Vercelli 2010 indica, in contemporanea, la settima Maratona del riso che si disputa a Vercelli su un percorso di oltre 42 chilometri.Continua a leggere →

Sa Die a Biella, convivenza possibile di identità diverse

Uomini di Su Nuraghe a Biella. Giovani, adulti ed anziani in abiti tradizionali.
Uomini di Su Nuraghe a Biella. Giovani, adulti ed anziani in abiti tradizionali.

Dopo un breve periodo di parziale sospensione delle attività, quale forma partecipata di rispetto e di lutto per la recente scomparsa di Enrico Maolu, le iniziative del Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe di Biella riprendono la loro regolarità con la celebrazione biellese di “Sa Die de sa Sardigna”, la “Festa de su Populu sardu” – Festa ufficiale in Sardegna – istituita con Legge regionale nel 1993 in ricordo dei moti antifeudali del 28 aprile 1794.
A Biella, Martedì 27 aprile, alle ore 21, nelle sale di via Galileo Galilei, 11, verrà proiettato il breve filmato: “Sardi biellesi ad Oropa, continuità di fede e cultura“, opera di Guido Re, documento che testimonia l’attualità del messaggio eusebiano – Maria Deipara, madre di Dio – e unisce ancor più Sardi e Biellesi: esemplare esempio di possibile fraterna convivenza armonica di identità diverse.
Importanti aspetti della storia identitaria piemontese e di quella biellese in particolare, si intrecciano da oltre 1650 anni con l’identità dei Sardi attraverso l’evangelizzazione del protovescovo Eusebio da Cagliari inviato nel IV secolo a Vercelli a costituire la prima cattedra vescovile della vasta regione subalpina.
L’iniziativa biellese ben si accorda con le recenti delibere della Giunta della Regione Autonoma della Sardegna (Cagliari, 13 aprile 2010) che, su proposta di Maria Lucia Baire, Assessore della Pubblica Istruzione e dei Beni Culturali, ha approvato il programma dell’edizione 2010 di “Sa Die de Sa Sardigna” con l’obiettivo di sviluppare la conoscenza della storia e dei valori dell’autonomia, in particolare tra le nuove generazioni.Continua a leggere →

Bandito italiano, giudice sardo

Identità tra pregiudizio ed accoglienza dell’altro – lo stereotipo del banditismo sardo ha radici lontane – per la cultura dei pastori sardi, la giustizia era un valore più importante del pane quotidiano

Tribuna Illustrata della Domenica
Roma, 20 novembre 1898, copertina di Tribuna Illustrata della Domenica

Nei giorni scorsi i mass-media nazionali hanno annunciato nelle pagine di cronaca nera l’attribuzione di un efferata condotta criminale ad un noto individuo, dalla non certo limpida fedina penale, in quel di Olbia; in quasi ironica contemporaneità, nella sezione spettacoli e cultura, è stata data notizia della morte di un celebre giudice dalla carriera pubblica e televisiva sfolgoranti. Ovvie ed eque la stigma e la condanna per chi si rende autore di gravi reati; legittimi ed opportuni gli onori tributati e l’indicazione ad esempio di coloro che, nel corso della loro vita, hanno condotto un encomiabile esistenza al servizio della collettività, specie in un’epoca di crisi sociale e culturale come l’attuale. In queste notizie, tuttavia, si è assistito anche alla propugnazione di alcuni aspetti peculiari: nel primo caso, infatti, si è dato rilievo ad un epiteto identificativo, il bandito sardo; nel secondo caso, invece, l’esemplarità del soggetto non ha dato luogo all’evidenziazione dell’origine isolana, sebbene il noto magistrato fosse originario di Ghilarza (OR), centro abitato posto al centro della Sardegna. Tali elementi identitari citati, proprio in quanto trasmessi al grande pubblico, forniscono l’opportunità per alcune riflessioni.Continua a leggere →

Unità di sapori, sapori dell’Unità

Sabato 17 e domenica 18 aprile si terrà a Pray Biellese l’Ottava edizione di “Sapori di Primavera” – gemellaggio del gusto tra Piemonte e Sardegna – degustazione di prodotti tipici – mostra di curiosi attrezzi per la cucina: “Le forme del rame” – presentazione del libro: “In cucina con la birra Menabrea”

produzione artigianale di mestoli biellesi
Produzione artigianale di mestoli biellesi

Gli ingredienti della memoria. In più circostanze è stato ricordato come il comportamento alimentare, più di ogni altro aspetto culturale, sia un rivelatore d’identità umane e di civiltà1. L’uomo, infatti, modificando e lavorando il cibo prima di consumarlo, si distingue da ogni altro essere vivente assumendo il ruolo di “inventore”, come nel caso indicativo del pane, ove il grano è convertito in alimento attraverso un processo di trasformazione per mezzo del fuoco e, quindi, della cottura, sorta di alchimia nella quale quanto è crudo e distinto si evolve in una pietanza composita ma unitaria2. Nelle attività gastronomiche ruolo fondamentale è ricoperto dalla persona del cuoco, soggetto nel quale si presentano decisivi per l’esito dei risultati le origini, il bagaglio culturale di conoscenze tecniche, oltre che le doti personali, tutti elementi utili a rendere unici ed irripetibili i “piatti”. Tutto ciò evidenzia come il “mangiare” abbia a che fare con la memoria, ossia con un mondo di esperienze umane che è ancora presente, grazie anche alla trasmissione orale, ove cibo e pietanze, nonché le sfere sensoriali del gusto e dei profumi, sono la risultante di processi storici, anche lunghi nel tempo, ed essi stessi fattore di conservazione culturale3. A tale riguardo rivelatrice di aspetti non del tutto scontati si mostra essere una breve analisi filologica ed etimologica circa le parole italiane “sapore” e “sapienza“, entrambe di origine latina e con una comune radice nel verbo săpĭo-is, săpĭi, săpĕre, il cui significato può consistere, alternativamente, nell’aver sapore o nel sapere-conoscere, a sibillina conferma della celeberrima massima del filosofo Ludwig Feuerbach, il quale affermava che «siamo quello che mangiamo»4.
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  1. Cfr., A.R.Zara, L’Odissea in cucina, Il leone verde, Torino, 2006, p. 9. Nonché in F.Soletti – a cura di, Il grande mosaico della cucina italiana, Touring Club Italia, Assago, 2009: I.Diamanti, L’uomo che mangia, p. 29; P.Teverini, Interpretare la tradizione, pp. 58-71. []
  2. Cfr., R.A.Alves, La cucina come parabola, Qiqajon – Comunità di Bose, Magnano, 1996, pp. 8-10; C.Augias, Dal pane alle polpette, così l’uomo inventò i cibi, in Il Venerdì di Repubblica, n. 1147, 12 marzo 2010, p. 129; B.Saiu, Non di solo pane, in Aa.Vv., Parla come mangi. Il cibo dell’altro, Centro Territoriale Permanente per l’Educazione degli Adulti, Biella, 2006, pp. 8-10. []
  3. Cfr., C.Berardo, Alla tavola di Giovanni Arpino, Il leone verde, Torino, 2007, p. 8; M.Montanari, Italia, un mosaico di culture e cucine, in F.Soletti, op.cit., pp. 10-23; P.Teverini, op.cit., pp. 58-59. []
  4. Cfr., R.A.Alves, cit., pp. 4-15; B.Saiu, cit., pp. 8-10. []

Sapori di Sardegna, tesori capaci di garantire continuità

pardulas
Preparazione del ripieno delle pardulas

L’arte culinaria sarda, parafrasando alcune celebri riflessioni consultabili nell’opera Mare e Sardegna di D.H.Lawrence, è una vera e propria culla di tesori del sapore dai caratteri autarchici, al contempo ricca, fantasiosa e povera, unica ed universale, ai confini della moderna nouvelle cuisine, capace di coniugare, ovunque sull’Isola, la trasformazione dei doni della varietà della natura geografica e delle stagioni insieme all’eredità di una storia plurimillenaria caratterizzata dall’isolamento1. Sulle tavole sarde si distinguono due macro-categorie di specialità: la cucina “di mare” e la tavola “di terra”.
La prima, mondo culinario di più recente attenzione e rielaborazione, focalizza la sua produzione lungo la costa, nelle città portuali, luoghi ove sono rintracciabili i piatti legati soprattutto ai frutti della purezza e della limpidezza delle acque marine o salmastre ove trovano asilo svariate attività ittiche, come la raccolta e la coltura di crostacei, molluschi e di talune specie della flora acquatica, nonché l’allevamento di varie tipologie di pesce. Tali tesori sono capaci di garantire la continuità anche di risalenti tradizioni di radice fenicia, greca2 e spagnola, come nel caso di ricche conserve, quali la bottarga di muggine e sa merca, fatta con muggine bollito e sa ziba, locale erba palustre3. Al contempo sono riconoscibili pietanze sorte nei contesti di enclavi culturali gastronomiche quali, nell’ambito tabarchino il cascà, sorta di cuscus delle isole di San Pietro e Sant’Antioco, e nelle aree catalane la cassola, zuppa di mare di matrice spagnola, per non parlare dei contesti di origine liguro-genovesi, con la burrida, antipasto di gattuccio e razza. Tuttavia piatti come sa fregula cun cocciula si delineano essere la sintesi e la linea di raccordo tra la costa e l’entroterra, in quanto unione di sapori della terra ed, attraverso le arselle, del mare4.
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  1. Cfr., Aa.Vv., Italia- Vol. 12. Sardegna, Mondadori – DeAgostini, Novara, 2009, p. 176; N.De Giovanni, A tavola con Grazia. Cibo e cucina nell’opera di Grazia Deledda, p. 15; D.Guaiti, La grande cucina regionale italiana. La Sardegna, Gribaudo, Milano, 2010, pp. 7-8; M.R.Linardi, Viaggio in Sardegna, in Aa.Vv., La Cucina Regionale Italiana. Vol. IX: Sardegna, Mondadori-Electa, Milano, 2008, p. 13; A.Vargiu, Postfazione, in N.De Giovanni, op.cit., p. 128. []
  2. Cfr., M.Juaneda Magdalena, La cucina ellenica: pochi eccessi e molto gusto, in Storica National Geographic, n. 11, 2010, p. 102. []
  3. Cfr., Aa.Vv., op. cit., p. 182; D.Guaiti, op.cit., pp. 14-16. []
  4. Cfr., D.Guaiti, op.cit., pp. 14-16. []