Torneo di carte, promuovere momenti di vita partecipata

Premiati del torneoArticolato in due serate – sabato 26 febbraio e martedì 2 marzo – il tradizionale Gran Torneo di Carte a scopa di Su Nuraghe 2010 ha proclamato i vincitori, premiandoli con medaglie e prodotto sardi in natura.
All’iniziativa che chiude il ciclo di attività caratteristiche della stagione invernale, sono stati invitati a partecipare anche Soci dei Circoli Acli ed Arci di Biella; una gara amichevole con lo scopo di rafforzare momenti di aggregazione tra le diverse realtà associative presenti sul territorio. Anche con l’organizzazione di iniziative semplici e popolari come il gioco delle carte, Su Nuraghe continua a promuovere sul territorio biellese momenti di vita partecipata attraverso la condivisione del tempo libero.
Il gioco delle carte può essere non solo un passatempo ma una vera e propria palestra di concentrazione e di socializzare; per fare amicizia, per conoscere e rispettare l’altro attraverso la simulazione della gara.
Martedì 2 febbraio, a fine serata, conclusa l’ultima sfida, i premi sono stati consegnati direttamente dal Presidente del Circolo Culturale Sardo; primi assoluti: Luigi Mattinelli e Cesare Desotgiu; secondo premio a Maurizio Coda Zabetta e a Francesco Cabras; il terzo e il quarto rispettivamente alle coppie: Luciano Atzei e Francesco Aramu; Franco Salza e Vincenzo Terlizzi.Continua a leggere →

Il Sardo, Lingua neolatina con tanti dialetti

Il Numero 5 dei Quaderni di Nuraghe Chervu dedicato a sa Limba – nuovo contributo dal Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe di Biella – promulgata dalla Regione Piemonte la Legge (7 aprile 2009, n.12) per la Promozione delle tradizioni culturali delle minoranze linguistiche storiche non autoctone presenti sul territorio regionale – un saggio del dott. Giuseppe Onnis

QuadernoIl Sardo deve considerarsi un dialetto o una lingua? Secondo M.L.Wagner, politicamente è un dialetto, riferito naturalmente all’italiano. Ma dal punto di vista linguistico la questione assume un altro aspetto. Il Sardo è un parlare romanzo arcaico con proprie spiccate caratteristiche che si rivelano in un lessico molto originale e in una morfologia e una sintassi molto differenti da quelle dei dialetti italiani.
La distinzione tra lingua e dialetto è difficile e arbitraria. Di solito la lingua corrisponde a una unità politica e culturale. Ma ci sono casi speciali. La Catalogna, per esempio, non è uno Stato, ma ha sviluppato una letteratura indipendente e originale rispetto al casigliano, cioè alla lingua spagnola; quindi il catalano viene considerato una lingua.
La Sardegna non è mai stata una Nazione indipendente, a prescindere dal periodo dei Giudicati, e non ha creato nei secoli una grande letteratura sua propria. Eppure anche il sardo è una lingua, perché ha connotati propri e non è confondibile con nessun altra e, come tale, viene considerata dai glottologi. Con qualche eccezione, come l’affermazione (inadeguata secondo Wagner) che si tratta di una “zona grigia” tra le lingue romanze orientali e occidentali (Lausberg), o una recente dichiarazione di un professore dell’Accademia della Crusca: «Il sardo è un guazzabuglio di dialetti». No, è una lingua con tanti dialetti, come l’italiano e le altre lingue neolatine. Forse il barone si sentiva ancora profondamente legato, nonostante tanti secoli di evoluzioni e innovazioni, ai tempi di Dante, dopo aver memorizzato una frase tagliente estrapolata dal De Vulgari Eloquentia, e rimasta intrappolata tra le scorie del suo buratto personale. È una battuta. Ma Dante in questo caso fa ridere, a parte gli errori del latino. «Sardos etiam qui non Latii sunt sed Latiis adsociandi esse videntur, eiciamus, quoniam soli sine proprio vulgari esse videntur, gramaticam tamquam simie homines imitantes; nam domus mea et dominus meus locuuntur» (libro I, capitolo 11°).
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Pizza al circolo e pranzo di benficenza per l’ANFFAS

Pizza al circoloSabato 27 febbraio, partecipatissima serata per l’incontro conviviale Pizza al Circolo. Le tradizionali focacce che caratterizzano gli Italiani nel mondo, condite in mille varianti, sono state cotte nel forno a legna di Su Nuraghe.
Il manufatto, realizzato a regola d’arte nel 1986 da zio Agostino Angotzi, è uno dei quaranta forni a cupola, presenti perlopiù in case private, costruiti da muratori sardi. Si tratta di opere architettoniche “minori” che segnano e valorizzano il territorio della nostra Provincia.
Quello di sabato è stato un appuntamento conviviale che ha permesso di trascorrere serenamente una serata tra amici. Tra i presenti, alcuni esponenti di altre Associazioni biellesi con le quali si stanno organizzando manifestazioni comuni. Le attività dell’Associazione dei Sardi di Biella, nella molteplicità di interventi, da sempre, sono connesse con la realtà del territorio in cui opera.
La serata è stata possibile grazie alla proverbiale generosità dei soci che hanno voluto rendere particolarmente bella la festa preparando, a sorpresa, altri piatti raffinati, quali un’inattesa insalata di mare realizzata con prodotti freschissimi e alcune torte per rendere ancor più dolce il ricevimento.
Durante questo mese – domenica 21 marzo alle ore 13.00 – è in calendario un significativo appuntamento culinario: il tradizionale pranzo di beneficenza in favore dell’ANFFAS di Gaglianico.Continua a leggere →

Atobius po si conosciri mellus fueddendi sa Limba

Tenni allutu su foghiteddu e de du fai bessiri unu fogaroni – Sa chistioni de meras fueddus sardus chi beninti strupiausu – sa fregula sarda, pasta fatta in domu in sa xifedda cun s’abilirari de is manus de is feminas, diventat la fregola chi, in italianu, est atera cosa

FalòSu bintitresi de friargiu si seusu torraus agattai in su Circulu po mantenni sa promittencia chi esteusu fattu in su primu atobiu de gennarxu a si ingeniai a tenni allutu su foghiteddu e de du fai bessiri unu fogaroni. Est istettiu unu bellu spantu su biri ca custa borta fustusu meras de prusu e tottusu disigiosusu de pigai sa paraula po contai fattusu e historias noas e antigas calincunu nu ari accurtu a fueddai, aressi po sa borta chi benniri, speraus di essi sempri de prusu e deu seu de du crei giai chi is feminas de su circulu fainti manera de si ingustai preparendi po custasa occasionis drucitteddus sardus chi beni si accumpangianta cun sa “Ichnusa”, vernaccia e cannonau, … e tottu aggiurara.
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Feminas, Piemonte fiorito, i fiori dell’inverno

Bran di GiaglioneIn occasione della Festa della Donna 2010, sabato 6 marzo, alle ore 21, verrà inaugurata la Mostra fotografica Feminas, Piemonte fiorito, i fiori dell’inverno, allestita presso i saloni della Biblioteca del Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe di Biella. La rassegna è organizzata con il patrocinio della Regione Autonoma della Sardegna, della Regione Piemonte, della Provincia e del Comune di Biella, della F.A.S.I., la Federazione delle Associazioni Sarde in Italia.
L’esposizione, visitabile a ingresso libero (martedì, venerdì e sabato, ore 21-23), resterà aperta fino al 30 aprile 2010.
Durante la serata inaugurale verranno donate le mimose, confezionate dall’Angolo del Fiore, alle donne presenti e sarà servita la grande torta a forma di Sardegna, realizzata dalla Pasticceria Brusa di Biella.
In occasione delle principali feste della Comunità, a Biella come in Sardegna, le Donne di Su Nuraghe, in abiti cerimoniali, usano benedire con il grano, rinvigorendo con il trapianto di tradizioni isolane alcune cultualità che ancora resistono ai piedi delle Alpi.
In Piemonte, sono presenti diverse forme rituali con al centro simulacri vegetali, alberi e rami fioriti che rimandano alla sacralità della vita, al suo rigenerarsi nel ritorno ciclico delle stagioni: l’eterno morire e risorgere, risposte antiche alla caducità dell’uomo. Diffusi in epoche e culture diverse, gli elementi vegetali fanno capolino da pizzi, ricami, sculture, mosaici, decorazioni: dagli intagli degli stalli (1468) del Duomo di Biella, ai preziosi bassorilievi e intarsi fitoformi fioriti del Taj Mahal (1632), in India, una delle sette meraviglie del mondo moderno.
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