Bioglio, Festa di Fra’ Nicola da Gesturi: l’efficacia dei gesti

cappella fra Nicola
Bioglio, cappella di Fra Nicola da Gesturi, il Parroco Don Luigi Tajana e Claudio Medda accolgono un gruppo di devoti della Comunità Sarda di Biella.

Giovedì 10 giugno, ore 20.30, a Bioglio (Biella), celebrazione liturgica di Fra’ Nicola da Gesturi. L’appuntamento è nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, presso la cappella intitolata a Padre Nigolau, Padre bertula, in cui sono custodite alcune reliquie del Beato Nicola da Gesturi e di San’Ignazio da Laconi, portate dai Padri Cappuccini di Cagliari il primo aprile 2001 su esplicita richiesta dei nipoti Medda e della Comunità Ecclesiale di Bioglio.
Priori della Festa saranno Claudio Medda, familiari e congiunti di Fra’ Nicola e i tanti devoti presenti nella Parrocchia del Comune alpino.
La Santa Messa, officiata da Don Luigi Tajana, sarà decorata dai canti della Cantoria Parrocchiale di Bioglio e dalle voci di Su Nuraghe.
Alla fine, prima del consueto momento di fraternità, verrà distribuito ai presenti il “Pane di Fra’ Nicola” preparato dalle donne della Comunità sarda di Biella.Continua a leggere →

Nicola da Gesturi, la carità silenziosa

cappella fra Nicola
Bioglio, cappella di Fra Nicola da Gesturi, ritratto di Fra Nicola da Gesturi

Al secolo Giovanni Angelo Salvatore Medda, egli nacque il 5 agosto 1882 a Gesturi, nell’arcidiocesi di Oristano, sesto dei sette figli del padre Giovanni Medda e della madre Priama Cogoni Zedda, genitori di umili condizioni sociali ma persone improntate all’onestà e ad un profondo senso religioso. Rimasto presto orfano, fu affidato ai parenti dai quali non pretese mai paga alcuna per il lavoro prestato nei campi e nella custodia del bestiame, ricevendo in cambio solo l’alloggio ed il sostentamento.
Sin dalla prima adolescenza fu sempre teso verso la virtù e la santificazione, vivendo in una mortificazione decisiva per aspirare alla vita sacerdotale. A ventotto anni Giovanni Medda fu colpito da un reumatismo articolare che lo costrinse a rimanere a letto per oltre quarantacinque giorni, e fu durante questa malattia che fece voto alla Vergine Immacolata di digiunare tutti i sabati, promessa che mantenne per il resto della sua vita. A ventinove anni, guarito e presa coscienza della sua vocazione religiosa, presentato da un’ottima relazione del parroco del paese natale, entrò come Terziario oblato nell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, presso il convento di Sant’Antonio a Cagliari. Dopo due anni, il 30 ottobre 1913 vestì l’abito cappuccino, prendendo il nome di fra’ Nicola, confermando poi la sua consacrazione totale a Dio il 16 febbraio 1919 con la professione solenne. Inizialmente fu trasferito al convento di Sanluri, dove fece l’anno di noviziato ed emise la prima professione solenne; in seguito, dopo essere transitato per i conventi di Sassari, Oristano e Cagliari, dopo il servizio in cucina, nel 1924, fu definitivamente trasferito nel capoluogo isolano, presso il convento nel quale aveva vissuto sant’Ignazio da Laconi (1701-1781), con l’incarico della questua in città, “a santu Franciscu“, secondo l’espressione tipicamente sarda, ove per trentaquattro anni svolse questo delicato compito con tenacia e pazienza, percorrendo a piedi con ogni tempo le strade cittadine.Continua a leggere →

Sardi a Lisbona, negli occhi e nel cuore ricordi di una bella città

gita a lisbona
Foto di gruppo a Lisbona

Tra le molteplici attività del Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” uno spazio è dedicato alle gite sociali, con lo scopo culturale di visitare nuove città e con quello sociale di aggregazione dei partecipanti.
36 soci, sardi e simpatizzanti, si sono mossi lungo le strade di Lisbona alla scoperta di monumenti, piazze, palazzi storici, chiese e ristoranti e, utilizzando gli efficienti mezzi pubblici, hanno attraversato la città dalla zona vecchia, con i suoi angoli caratteristici, sino alla parte più moderna dell’Expo 98.
Una particolare attenzione è stata dedicata alla Torre e al Monastero di Belem riconosciuti dall’Unesco patrimonio dell’umanità.
Non sono mancati i momenti di ristoro nei locali tipici e la sorpresa di uno spettacolo in piazza con gruppi portoghesi di canto e danze popolari.
Un altro momento di socializzazione durato quattro giorni si è concluso, lasciando negli occhi e nel cuore ricordi di una bella città e di una popolazione forse un po’ malinconica ma molto ospitale.Continua a leggere →

Poesie da ascoltare, da guardare e… da mangiare

Locandina
Locandina che annuncia l'evento Le chiome verdi

Mostra per immagini nella sezione Fotografias

Il 5 Giugno, a Biella, alle ore 18.30, al Circolo Su Nuraghe – inaugurazione di “le chiome verdi”, mostra di quadri, illustrazione, lettura di poesie di Ludovica Pepe Diaz – interludi musicali – buffet a tema – omaggi per i presenti.

Voci recitanti: Mirco Cherchi, Francesco Logoteta.
Alla chitarra: Nessio Negro.
Catering: Nohemi Latorre.
Omaggi: Anna Taberlet Puddu.
Oggettistica: Terra&Terra.
Decorazioni floreali: Patouche

La mostra resterà aperta dal 5 al 12 giugno dalle ore 17 alle ore 19.

Sabato 12 giugno alle ore 18.30, asta benefica delle opere esposte in favore dell’AIL, Fondazione Clelio Angelino, ONLUS di Biella, per le leucemie infantili.

Genesi di una poesia

dipinto
Opera esposta nelle sale della Biblioteca Su Nuraghe di Biella

Ho ritrovato l’infanzia
Ho ritrovato l’infanzia
con la voce del mare,
la terra calda a piedi nudi,
con aghi di pino fra i capelli
e foglie di menta fra le labbra,
stamattina.

Fa caldo, sento un profumo che mi arriva da un vasetto di mentuccia che ho in balcone, ed un flash improvviso mi riporta lontano nello spazio e nel tempo.

Erano anni duri, anni strani, appena finita la guerra. Mio padre ed io bimba di pochi anni, nell’estate fremente di cicale, eravamo due eremiti in una piccola tenda fatta di lenzuola. Vacanze a San Fruttuoso, su di un pezzo di terra a terrazze di un contadino cordaio dietro la torre antica dei Dogi. Nella calura pomeridiana mio padre sonnecchiava ed io me ne andavo in giro, immersa nella natura, a prova di me stessa, in equilibrio su di un costone di roccia dove un fico molto allettante si ostinava a crescere. Poi c’era la raccolta dei pinoli che lasciavano le mani sporche di carboncino. Una sera, che il sonno già mi appesantiva le palpebre, arrivarono dei giovani barbuti e vocianti. Tutti in circolo nella tenda si passavano il fiasco di vino, fumavano, cantavano. Ricordo solo, perché mi addormentai,gli scarponi e le armi ,tutte in un mucchio , che mi era proibito toccare. La mattina chiesi:” Chi erano, papà?” – “Erano partigiani” mi rispose” ragazzi che si sono abituati alle armi e non le hanno ancora consegnate”. La seconda parte della risposta mi rimase oscura , ma la parola “partigiani” l’avevo già sentita e catalogata fra quella dei miei eroi. Corrucciata me ne andai per i pendii, strappando e masticando mentuccia: mi aveva sfiorato la Storia ed io avevo dormito.Continua a leggere →